Capita ogni tanto di ritrovarmi davanti ad
un punto di domanda:
Che “specie” di atleta sono e qual è la mia
dimensione all’interno del mondo agonistico?Lasciando da parte la filosofia o altre scienze che non ho mai studiato….credo (e anche un po’ lo spero) sia abbastanza naturale che saltuariamente scattino in mente questi pensieri.
Attenzione! Nulla a che fare con dubbi
amletici o inquietudini esistenziali con influenze sulla psiche!!!
Però Ia mente, in vario modo, elabora tutto
ciò che le viene dato in pasto….per cui anche lo sport, che per me è uno svago,
fa comunque lavorare anche gli organi che l’anatomia umana vuole risiedano
dentro la scatola cranica.
La questione potrebbe sembrare complicata e
il chiedermi che ci faccio dentro il magico mondo dello sport e
dell’agonismo….potrebbe anche non trovare dei chiari sbocchi….
In questi ultimi giorni però, senza nemmeno
averci pensato tanto, è venuta invece fuori una risposta…direi perentoria che
ha semplificato tutto in maniera disarmante!
Insomma…che ci faccio io nel movimentato
carrozzone di gare, allenamenti, fatica, preparazione…e via dicendo?
Risposta: Mi diverto!!
Non ha troppi sinonimi il termine
divertimento.Significa soltanto provare gioia e piacere nel fare qualcosa….
Ad esempio….vi racconto l’esperienza
dell’ultima gara….il Triathlon Olimpico di Milano…Tri@MI della domenica 27
luglio 2014.
Il sabato prima…..in centro per ritirare
pacco gara e tutto il materiale da utilizzare. Ovviamente, la passeggiata a Milano non è stata divertente solo per me…ma anche per Amalia.
Giro dei negozi in centro con annesso….”tentativo” di shopping!
Il pomeriggio passato a preparare
minuziosamente il mezzo tecnico più importante: la bici.
Apporre i numeri, controllare che la catena
scorra senza rumori strani in tutte le corone, verificare la tensione dei fili
dei freni e del cambio.
Fare il meccanico è diventato un hobby….e il mio box auto è l'officina.
Preparare casco, ruote di scorta, scarpe e relative tacchette, pompa, kit attrezzi per eventuali problemi meccanici in corsa, spray per gonfiaggio d’emergenza in caso di indesiderate forature.
L’ho comprato quest’anno inaugurandolo per la gara di Sirmione….Eccezionale!
Ormai ho rodato bene le operazioni di montaggio e in pochi minuti riesco a completare l’opera….che consente di lasciare tutto il bagagliaio a disposizione senza, tra l’altro, smontare la bici.
Con questo “nuovo acquisto”…..mi sento più professional!!!
Ma non è finita!
Borraccia con i sali, integratori di carboidrati (…a Recetto li avevo lasciati a casa…) guanti per bici, scarpe da running, cappellino, calze, numero (dorsale durante il ciclismo…che diventa pettorale nella corsa…) e lo zaino con tutto l’occorrente per il nuoto: cuffia, occhialini, muta..asciugamani!
Borraccia con i sali, integratori di carboidrati (…a Recetto li avevo lasciati a casa…) guanti per bici, scarpe da running, cappellino, calze, numero (dorsale durante il ciclismo…che diventa pettorale nella corsa…) e lo zaino con tutto l’occorrente per il nuoto: cuffia, occhialini, muta..asciugamani!
Tante….troppe cose fondamentali a cui pensare proprio nei momenti in cui l’attesa per la gara inizia a invadere la mente.
Ma è proprio quello che mi diverte!
Spesso immagino i professionisti…magari
dotati di uno staff al seguito che prepara e gestisce tutto a puntino.
Io invece mi diverto un casino…ad essere il
meccanico e responsabile tecnico di me stesso….nonchè organizzatore,
allenatore, preparatore atletico…..e anche autista.
Poi arriva il mattino della gara...ed ogni volta è sempre
diverso….dal solito.
Indipendentemente dall’ora dello start…sembra che il tempo non basti mai.
Calma, ci vuole molta calma!
Arrivare sul luogo, posteggiare, gonfiare
le ruote, recarsi in zona T2 (a Milano come a Sirmione…non coincidente con T1)
e preparare l’ambaradan per i 10000 metri di corsa.Indipendentemente dall’ora dello start…sembra che il tempo non basti mai.
Calma, ci vuole molta calma!
Scappare velocemente verso zona T1…in bici
e con tutto il necessario per il nuoto!
Amalia è di grande aiuto…ovviamente! Ormai conosce tutte queste dinamiche e mi guarda attentamente per evitare che mi scordi qualcosa!
Della sistemazione della bicicletta in zona
cambio T1 vi ho già parlato altre volte ....per cui aggiungo solo che il “rituale”
da mettere in scena ogni volta provoca sempre sensazioni diverse, e non saprei
dirvi perché!Amalia è di grande aiuto…ovviamente! Ormai conosce tutte queste dinamiche e mi guarda attentamente per evitare che mi scordi qualcosa!
Sta di fatto che quell’atmosfera in cui si
condensano tutti i pensieri, le tensioni, i freschi ricordi dei preparativi, le
idee sul tipo di gara da poter fare…..diventano un mare emotivo
impetuoso…..dentro cui però, affidandosi alle parole del poeta, viene voglia di
lasciarsi andare totalmente.
Il naufragar m’è dolce in questo mare,
direbbe Leopardi!
A me….tutto ciò regala divertimento…..impegnativo si sa, ma puro e semplice divertimento!
A me….tutto ciò regala divertimento…..impegnativo si sa, ma puro e semplice divertimento!
E poi c'è lo start!!!
L’attimo in cui…a quel segnale…. si scatena l’inferno!
In genere è un fischio fortissimo o a volte il suono udibilissimo ma stonato di una tromba a far partire le bracciate…nella schiuma.
Nei primi post ho anche provato a
raccontarvi quello che succede in quei concitati frangenti.
Ma credo di non essere mai riuscito a spiegarvi molto di quello che si prova nuotando affannosamente con l’unico desiderio, almeno per me, di uscire vivo dall’acqua e trovare qualcuno (…..ossia Amalia) disposto pure a fotografarmi!
Ma credo di non essere mai riuscito a spiegarvi molto di quello che si prova nuotando affannosamente con l’unico desiderio, almeno per me, di uscire vivo dall’acqua e trovare qualcuno (…..ossia Amalia) disposto pure a fotografarmi!
Il Naviglio è perfetto per un triathlon
veloce…..
Si nuota senza boe e inversioni di marcia, con la gente che guarda a pochi metri e con la voglia di dire a tutti che le pantegane …sono solo uno stupido e falso preconcetto!
Per la cronaca, l’acqua era stata misurata
a 24 gradi con il divieto quindi di usare la muta!Si nuota senza boe e inversioni di marcia, con la gente che guarda a pochi metri e con la voglia di dire a tutti che le pantegane …sono solo uno stupido e falso preconcetto!
Qui, visto che siamo in tema, mi sono divertito da matti a prendermi in giro pensando a quanto sono diventato freddoloso ultimamente!
Tutto questo soprattutto quando, appena toccata l’acqua, ho realizzato che quei
24 gradi chissà con quale termometro li avevano misurati…
Per me 20gradi erano pure tanti!!!!
Per me 20gradi erano pure tanti!!!!
Nel giorno del Tri@MI....il ciclismo italiano festeggiava Vincenzo Nibali ...come re del Tour de
France!!!
L’Italia di nuovo il auge sul piano sportivo dopo i mondiali di calcio andati
…come sappiamo!
Uno stimolo in più per me che di Nibali ho
solo l’appartenenza geografia dato che “lo squalo dello stretto” è siciliano di
Messina…
40000 metri in bici….attorno alla
bellissima Milano del Castello Sforzesco, l’Arena Civica, il Corso Sempione con
lo sfondo dell’Arco della Pace.
Solo una leggerissima similitudine
storico-sportiva con il carosello finale della Grand Boucle lungo i Campi Elisi
e l’Arco di Trionfo…..della magica Parigi!La sgroppata ciclistica è stata una vera gioia….soprattutto quando ho visto arrivare i primi componenti del mio “fan club”.
Li ho riconosciuti proprio mentre si
appostavano a lato della fontana di piazza Castello, davanti la torre del
Filarete …ossia nel punto d’incontro più famoso di Milano.
Proprio li si erano dati appuntamento i cugini di Gemonio.... “comandati” da Giuseppe e Amalia che tra camminate, metropolitane e salti mortali si era sorbita tutta la gara sin dalla partenza del nuoto avvenuta davanti la Canottieri Olona.
Non ci potevo credere….
Avevano preparato i cartelli col mio nome e facevano il tifo gasatissimi.
Avevano preparato i cartelli col mio nome e facevano il tifo gasatissimi.
Tra l’altro li ho visti molto contenti di
trovarsi li….
Il ricordo del bellissimo week-end di Sirmione e l’atmosfera di festa del triathlon li ha probabilmente divertiti molto!
Certo, erano li anche (e forse soprattutto…)
per godersi una rilassante mattinata a Milano in versione turistica! Ma intanto io pedalavo di gran carriera sotto lo sguardo loro e di tanti altri spettatori lungo il percorso!!!Il ricordo del bellissimo week-end di Sirmione e l’atmosfera di festa del triathlon li ha probabilmente divertiti molto!
Quando si gareggia, si sa, viene sempre naturale dare il massimo!
Gli allenamenti, anche quelli intensi, non
sono la stessa cosa.
Mentre nel running spesso si interpretano
alcune gare particolari come veri e propri “allenamenti” (tipo i 10 mila su strada per
preparare le mezze o le 30Km in vista della maratona), nel triathlon questo per
me non esiste.
La gara è la gara, punto.
Tutto lo sbattimento di cui prima vi
parlavo, seppur fonte di divertimento, non lo si può mettere in pista per poi …controllarsi
e tirare al risparmio durante la gara.
Non avrebbe molto senso.
Non avrebbe molto senso.
E quindi…anche in bici ho provato a tirare di
brutto, con criterio ovviamente, ma cercando di spingere il più possibile.
Le sensazioni della gara non hanno eguali in nessun altro tipo di contesto.
Si compete con altre centinaia di atleti (a
Milano eravamo in 500 circa) e poi, come sempre, si presentano sorprendentemente
tante altre sfide…. prima di quel momento mai immaginate.
Penso al gruppetto che sta davanti e che procede ad un passo
simile al mio!
Ecco la sfida! Andare a riprenderli e poi, dopo aver respirato un po’, mettersi davanti a tirare!
Ecco la sfida! Andare a riprenderli e poi, dopo aver respirato un po’, mettersi davanti a tirare!
Oppure …riconoscere davanti un atleta uscito dal nuoto almeno 3 minuti prima….e
andare a riprenderlo per poi passarlo in bici.
Un’altra grande sfida è quella di restare a ruota quando a volte (spesso..) capita di essere raggiunto da un gruppo che in
bici va più forte di me!
E li diventa una divertentissima e stimolante “guerra” tra le gambe che ce la farebbero (non si sa pe quanti kilometri.…) e la testa che suggerisce di non andare troppo fuori giri con il rischio poi di saltare.
E li diventa una divertentissima e stimolante “guerra” tra le gambe che ce la farebbero (non si sa pe quanti kilometri.…) e la testa che suggerisce di non andare troppo fuori giri con il rischio poi di saltare.
Non parliamo poi della “amichevolissima” sfida con tutti gli altri componenti
della mia squadra!
Appena individuo quelli …alla mia portata, diventa una gara nella gara…a non farsi superare.
Appena individuo quelli …alla mia portata, diventa una gara nella gara…a non farsi superare.
E poi c’è sempre la sfida contro se stessi e il desiderio di fare anche un solo
minuto in meno della gara precedente!
E' vero! Nel triathlon non esistono tempi di riferimento e personal best come avviene per le gare di corsa.
Però, considerando le caratteristiche del percorso (giri di boa, cambi di direzione, pendenze e zone cambio) nel pre-gara ci si fa un po’ l’idea del tempo a cui ambire per cui la sfida diventa quella di centrare quel target….
Ma non potendo lo sport essere sempre tempo di “rose e fiori”...ecco che a volte va in scena la sfida delle sfide. Quella che si disputa quando si va in difficoltà.
Succede!
Accade che la fatica, compagna di gara dall’inizio alla fine.…e anche dopo, a volte giri le spalle beffarda.
Il momento di crisi esiste, non l’ho inventato io!
Ed è li che la sfida diventa un faccia a faccia da film western….in cui i ritmi si rallentano nel tentativo di recuperare da qualche parte quelle energie scomparse, riprendere in mano la situazione e superare la difficoltà!
Passare dal momento buio in cui l’annebbiamento scatena
pensieri negativi compresa l’idea di ritirarsi.....al magico attimo in cui si ritrova il
passo, la forza e la voglia per non mollare! E' vero! Nel triathlon non esistono tempi di riferimento e personal best come avviene per le gare di corsa.
Però, considerando le caratteristiche del percorso (giri di boa, cambi di direzione, pendenze e zone cambio) nel pre-gara ci si fa un po’ l’idea del tempo a cui ambire per cui la sfida diventa quella di centrare quel target….
Ma non potendo lo sport essere sempre tempo di “rose e fiori”...ecco che a volte va in scena la sfida delle sfide. Quella che si disputa quando si va in difficoltà.
Succede!
Accade che la fatica, compagna di gara dall’inizio alla fine.…e anche dopo, a volte giri le spalle beffarda.
Il momento di crisi esiste, non l’ho inventato io!
Ed è li che la sfida diventa un faccia a faccia da film western….in cui i ritmi si rallentano nel tentativo di recuperare da qualche parte quelle energie scomparse, riprendere in mano la situazione e superare la difficoltà!
Lo sport in questo senso è un grande esempio oltre che un forte invito a guardare sempre avanti…a pensare oltre.
E’ così! Funziona così!
Di sfide ce ne sono tante…e altre ancora se ne possono incontrare ...e inventare in corsa.
Buttarsi dentro con questo spirito caratterizza la mia personale definizione di agonismo!
Di sfide ce ne sono tante…e altre ancora se ne possono incontrare ...e inventare in corsa.
Buttarsi dentro con questo spirito caratterizza la mia personale definizione di agonismo!
Dopo il T2 c'è il running che per me diventa, come sapete, il
mio mondo.
Provengo dalla corsa e con quelle scarpe ai piedi avrò percorso sicuramente
almeno una volta il giro del mondo per cui….ho parecchia esperienza in merito!
Quest’anno la zona T2 era proprio nella pista
di atletica dell’Arena Civica di Milano con parecchia strada da (per)correre spingendo la bici
prima di poterla appoggiare nelle apposite sbarre metalliche!
Però è bellissimo entrare dentro quello
stadio e vedere la gente seduta nelle tribune a fare il tifo!
Il mio fan club era tutto lì….riunito sotto
il sole ad applaudire il primo dei miei passaggi di corsa sotto lo striscione per l’ultima
fatica.
3 kilometri e 300 metri da ripetere 3 volte…..(si dice che 3 sia il numero perfetto)
Nonostante arrivi per ultima la corsa mi
esalta perché è l’unica frazione dove difficilmente vengo superato!3 kilometri e 300 metri da ripetere 3 volte…..(si dice che 3 sia il numero perfetto)
I più forti sono ormai avanti.. irraggiungibili.
Nella baraonda di metà classifica, in cui sempre mi trovo, mi barcameno alla grande!
Spesso trovo atleti in seria difficoltà…..
Gente che magari ha sbagliato ritmo, che ha preteso troppo all’inizio o che paga il caldo!
In genere ne supero tantissimi….nonostante
la corsa del triathlon sia più una sfida contro il dolore alle gambe che una
gara contro altri atleti. Nella baraonda di metà classifica, in cui sempre mi trovo, mi barcameno alla grande!
Spesso trovo atleti in seria difficoltà…..
Gente che magari ha sbagliato ritmo, che ha preteso troppo all’inizio o che paga il caldo!
Vi assicuro che superare corridori mentre comunque si fa una fatica bestiale è uno dei momenti più adrenalinici della gara.
Fregandosene stavolta delle parole poetiche…dico che è una goduria incredibile!
L’arrivo è sempre il più importante di
tutte le fasi della gara…..il luogo e il momento in cui tutto si concretizza!
Non mi è mai capitato di superare il finish
in condizioni fisiche pietose…o peggio critiche!
Eppure ne ho visti, sia al tempo delle gare
di corsa lunghe che anche nei triathlon , di atleti che hanno finito…..la
gara capendo ben poco.
Stravolti, in crisi di fame, quasi incoscienti….che si buttano a terra un centimetro oltre la linea.
Ma io ho moglie e fan club …da andare subito
a salutare per cui non esiste neanche lontanamente una simile possibilità!Stravolti, in crisi di fame, quasi incoscienti….che si buttano a terra un centimetro oltre la linea.
L’ho detto, gareggio per divertirmi, non per star male!
Che bello....il fan club si è pure infoltito...con l'arrivo altri cugini che vi giuro non ho pagato affatto... per essere li!!
La gara è conclusa....con un tempo di 2 ore 23 minuti e 31 secondi di gran lunga più basso della mia previsione che era quella delle 2 ore e 30 minuti!
Sono molto soddisfatto della prestazione perché credo sia notevole considerando gli allenamenti che faccio.
E comunque, dopo la gara, il divertimento
non è mica finito!
Si continua…con la soddisfazione della doccia,
stavolta alla temperatura giusta, e il pranzo al ristorante con i cugini del
fan club….
E poi…c’è il meno divertente ritorno a casa…..con
tutto l’armamentario da trasportare e poi indirizzare nei canali giusti.
Ed è così che l’atleta, soddisfatto e divertito, ritorna all’ovile!
Sistemata la bici e tutto il materiale, messo a lavare il body e tutto ciò che si è sporcato….l'atleta diventa il massaggiatore di se stesso.
Del resto...braccia, gambe e piedi hanno veramente bisogno di un po’ di riconoscenza.
Soprattutto se bisognerà poi chiedergli ….di
divertirsi nuovamente in un'altra avventura di triathlon….ancora da programmare!Sistemata la bici e tutto il materiale, messo a lavare il body e tutto ciò che si è sporcato….l'atleta diventa il massaggiatore di se stesso.
Del resto...braccia, gambe e piedi hanno veramente bisogno di un po’ di riconoscenza.
Adesso si va in ferie….(staccando….dal
lavoro ovviamente) e durante questo attesissimo periodo….verrà fuori l’appuntamento
con la prossima sfida da non mancare.

Buone vacanze a buon divertimento a tutti!!!!