Circa 2500 anni or sono gli antenati degli scià, che
vivevano nei territori dell’attuale Iran, erano un popolo orgoglioso e potente
al punto da entrare di diritto nella storia …alla voce “Impero Persiano”
Una dominazione tra le più importanti che si ricordino,
protagonista assoluta di un epopea secolare vissuta con il desiderio innato di
espandersi …occupando via via sempre più
territori dal mar mediterraneo al mar arabico,
dall’Egitto all’India passando per le terre fantastiche di Turchia, Iran,
Iraq e Siria che purtroppo oggi ricordiamo per altri tipi di avvenimenti.
La storia dell’umanità è fatta di grandi dominazioni e di continue
guerre tra oppressi e oppressori, tra ribelli e potenti, tra i David e i Golia
di turno.
Ai tempi del grande impero persiano Atene, l’Attica e le sue
meravigliose isole non gradivano affatto né le manie di grandezza, né tantomeno
le mire espansionistiche dei persiani entrando spesso in conflitto con le
milizie imperiali.
Molte volte erano proprio le colonie a ribellarsi contro quella scomoda presenza troppo impositiva da risultare più una tirannia che un dominio.
Molte volte erano proprio le colonie a ribellarsi contro quella scomoda presenza troppo impositiva da risultare più una tirannia che un dominio.
Il settembre del 490 a.C. fu un mese importantissimo, un
passaggio fondamentale della storia del mondo. Un momento indimenticabile non
solo per la storia dei popoli, ma anche per quella sportiva.
Esattamente in quell’incandescente periodo di continui tumulti
e insurrezioni le rivolte anti persiane,
guidate dai greci, si tramutarono
in un veri e proprio scontri armati che sfociarono nella prima guerra greco-persiana.
La madre di tutte le battaglie del conflitto avvenne in una località semisconosciuta, nota all'epoca solo per le coltivazioni di
finocchi e che si trovava in una piana alle porte di Atene.
Si narra che il 10 settembre del 490 a.C. si consumò l’epica
“Battaglia di Maratona”.
Atene e il suo limitato ma agguerritissimo esercito (a
supporto delle colonie ioniche) contro l’armata persiana nettamente più
numerosa e potente.
Gli storici raccontano di una battaglia abbastanza cruenta
nella quale i persiani guidati da Artaferne, colti di sorpresa, furono costretti alla ritirata dagli ateniesi comandati
da Callimaco.
Senza scendere troppo nei dettagli del racconto, la storia
ci dice che a Maratona Callimaco e i suoi soldati riportarono una vittoria
talmente importante che necessitava essere in fretta comunicata ad Atene.
Tra l’altro bisognava farlo velocissimamente per anticipare
una possibile reazione persiana direttamente nella capitale attica.
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Immagine tipica di Filippide |
Il meraviglioso mix di storia e leggenda racconta di un tale
Filippide, di professione soldato emerodromo,
che di corsa partì da Maratona in direzione Atene per comunicare ai
sovrani la lieta notizia della vittoria contro i persiani.
E fu così che due millenni e mezzo fa, in assenza di altri..media, si
corse la prima Maratona della storia.
Poco più di 40Km di cui i primi 30 in leggera salita e con il
tratto finale in falsopiano per raggiungere la "polis" ateniense proprio nei pressi dello stadio del
Panatinaikon (che significa Stadio di tutti i Greci).
Una corsa solitaria che mise a dura prova la resistenza di
Filippide il quale qualche giorno prima aveva già percorso il tratto molto più
lungo tra Atene e Sparta per un improbabile tentativo di stringere alleanza con
gli spartani.
Nessuno sa quanto ci mise Filippide a correre la Maratona.
Non ci sono indizi o informazioni tali da poter in qualche modo calcolare, anche
empiricamente, il tempo finale di quella prima e indimenticabile gara corsa più
contro il tempo che contro gli avversari. ![]() |
La statua di Filippide nel tragitto da Maratona ad Atene |
Ci sono comunque buone ragioni per credere che, con tanto di
armatura e lancia addosso, il primo maratoneta della storia abbia concluso l'impresa con un
tempo che molti amatori, me compreso, oggi invidierebbero sicuramente.
La leggenda vuole che l’eroico Filippide fece giusto in
tempo a concludere la sua fatica, pronunciare davanti al sovrano la celebre
frase “Nenikèkamen” (ossia
“abbiamo vinto”) per poi accasciarsi a terra privo di vita.
Drammatica e abbastanza amara la conclusione della vicenda
legata a Filippide e alla prima edizione della gara regina dell’atletica.
Ma un eroe è tale perché concepisce l’impresa come un viaggio che porta vicino... e
possibilmente anche un passo oltre la soglia delle proprie possibilità, invadendo senza paura
le colonne d’ercole del proprio essere spingendosi sempre al limite verso quel sottile filo che separa il
coraggio dalla follia.
Anche nel ricordo di questa impresa, la Maratona divenne la
gara regina dei giochi olimpici dell’antica Grecia nonché inserita anche nelle
Olimpiadi Moderne a partire dalla prima edizione del 1896 voluta dal barone
francese Pierre de Coubertin e vinta dal greco Spiridon Louis…..che corse
esattamente la stessa strada percorsa molto, ma molto tempo prima
dall’emerodromo ateniense.
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Lo stadio del Panatinaikon ad Atene accoglie l'arrivo di Spiridon Louis, prima medaglia d'oro della storia delle Olimpiadi in Maratona |
Grande Filippide!
Con un salto nel tempo e un volo ai nostri giorni ..quasi quasi lancerei un hashtag del tipo #iostoconfilippide.....
Si perché ....tutti noi runners, che almeno una volta nella vita abbiamo
corso una maratona con un pettorale cucito sulla canottiera, abbiamo un debito nei confronti di questo
mitico atleta-eroe.
E poco importa se i kilometri percorsi dal leggendario soldato
furono quasi 2 in meno dei 42 (e 195 metri) che oggi rappresentano la
distanza ufficiale della gara.
Beh, qui ci sarebbe un’altra storia da raccontare…e che ci
porta in tempi più vicini ad oggi e alla Regina Alessandra d’Inghilterra
(moglie del re Edoardo VII) che nel 1908 volle che la Maratona Olimpica di Londra finisse
proprio sotto il balcone della residenza reale (all’epoca a White City) invece
dell’arrivo precedentemente fissato dagli organizzatori e distante “solo” poco
più di 40 kilometri dalla partenza.
Fu così che il tratto aggiuntivo deciso, anzi imposto
dall’alto dai successori della grande regina Vittoria, portò la lunghezza della
gara agli attuali 42 kilometri e 195 metri.
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Dorando Pietri all'arrivo della Maratona Olimpica di Londra 1908 |
La Maratona Olimpica londinese divenne famosa per la vicenda dell’italiano
Dorando Pietri che attraversò per primo il traguardo, ma che venne poi
squalificato per gli aiuti negli ultimi metri di gara quando,
stremato, venne sorretto e accompagnato dal personale di servizio in gara per superare
la linea finale.
La medaglia d’oro andò all’americano Hayes che, entrato in zona arrivo più di 10 minuti dopo Dorando,
si vide assegnato il titolo dopo un lungo ricorso in cui gli organizzatori
inglesi, non proprio amici degli americani, dovettero cedere di fronte ai
regolamenti.
Ma quella gara fece di Dorando Pietri una celebrità di fama mondiale entrata di
diritto nella storia al punto da essere ricordato di più dell’atleta a stelle
e strisce che vinse “solo” ufficialmente quella maratona.
Dio di Maratona recitava la prima pagina della Gazzetta
dello Sport del 30 agosto 2004 per celebrare la vittoria all'Olimpiade di quel fantastico
atleta nostrano che risponde al nome di Stefano Baldini.
Dio di Maratona perché la gara si svolse proprio nei luoghi
mitici, partendo dalla piana di quella località nota per le coltivazioni di
finocchi e snodatasi attraverso i kilometri percorsi da Filippide fino a
raggiungere il centro di Atene percorrendo gli ultimi metri nella pista nera
all’interno dello stadio del Panatinaikon.
“Bravo, bravo, bravo” furono le tre essenziali parole con
cui un emozionatissimo Franco Bragagna commentò in TV gli ultimi metri di
quella mitica cavalcata che portò Stefano sul tetto di Olimpia.
E pensare che prima del dominio africano i “visi pallidi
italici” facevano incetta di medaglie in tutte le competizioni, proprio come
Orlando Pizzolato che per due anni consecutivi (1984 e 85) vinse la celebre
Maratona di New York o come il grande Gelindo Bordin che nel 1988 a Seul fu il
primo italiano a centrare l’oro olimpico.
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Gelindo Bordin a Seul nel 1988 bacia la pista dopo il traguardo. "Medaglia d'oro olimpica in Maratona" |
La Maratona, una gara le cui origini si perdono nella notte
dei tempi, una competizione che fa parte di uno sport (l’atletica) ma che è
sport a sua volta.
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lo "sconosciuto" Orlando Pizzolato vince a New York nel 1984 |
Chiunque porta a termine una fatica del genere, correndo
tutti i 42Km e 195 metri, si fregia del titolo di “maratoneta”….in quanto
atleta lo è già!
Quarantaduemilacentonovantacinque metri da correre con le
gambe e la testa ma soprattutto facendo affidamento su risorse interiori: cuore e spirito. Ogni kilometro è come una minuscola sferetta del rosario per una lunga sequenza quasi ritmata di pensieri, sensazioni e stati d’animo che si alternano nella parabola della gara.
Una specie di lotta contro il metabolismo e tutti gli
aspetti della scienza che regolano l’attività dei mitocondri ossia di quei
minuscoli “divoratori di zuccheri” che alloggiano nei muscoli e ci permettono di mettere un passo
davanti all’altro mentre corriamo.
Del resto la Maratona non è solo la regina dell’atletica
leggera ma una tra le manifestazioni più importanti dell’interno panorama sportivo
mondiale.
Non a caso le Olimpiadi si concludono al termine di questa gara e il tripode acceso col fuoco
degli dei si spegne solo dopo aver incoronato d’alloro il vincitore.
Ormai si viaggia in giro per il mondo visitando le capitali
proprio in occasione della maratona. E’ un vero e proprio business con le gare di New York e Boston al primo posto come importanza e numeri.
Ma anche Berlino, Praga, Parigi, Londra attraggono atleti da
ogni parte del globo.
Ma la Maratona di Atene….”the original & authentic marathon” è sempre la
più affascinante di tutte.Quasi quattro anni fa (11 novembre 2012) anch’io mi presentai al via della "Athens Classic Marathon" raggiungendo in pullman quel mitico villaggio un tempo coltivato a finocchi e in cui ancora oggi si respira un' aria che sa di leggenda, di impresa, di eroismo e agonismo.
All'alba della mattina della gara era da poco sorto il sole e la fiamma olimpica, accesa la sera prima vicino la partenza, illuminava nel silenzio tutta la piana di Maratona dandole un colore impossibile da descrivere. Un' atmosfera da brividi.
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11 novembre 2012; partenza della Maratona di Atene....al via c'ero anch'io |
Della gara ricordo bene ogni kilometro compreso il pit-stop
urinario del 12° kilometro in un campo di ulivi a destra della carreggiata.
Ma l’arrivo al Panatinaikon, nella stessa pista che incoronò
Baldini otto anni prima, fu l’apoteosi di una giornata memorabile ed entusiasmante
le cui emozioni oggi, nel nuovo anno olimpico, mi spingono a raccontarvi della
maratona e delle sue interessantissime origini.
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L'arrivo dentro lo Stadio del Panatinaikon sulla mitica pista nera |
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Il dopo gara ad Atene con la medaglia e lo sfondo dello stadio del Panatinaikon |
Negli ultimi quatto anni ho sperimentato il triathlon, un altro sport per cui valgono molte delle considerazioni fatte per la maratona e specialmente quelle….energetiche.
La storia del triathlon, che magari un giorno vi racconterò,
affonda le radici in tempi di gran lunga più recenti.
Per quanto adrenalinico sia, non ha chiaramente lo stesso fascino di una 42km (e 195 metri…) e per chi fa sport, il richiamo della maratona è come un boomerang.
Nel senso che ….provi ad allontanarlo (per dedicarti ad altro) sapendo
benissimo che, se lo hai lanciato bene,
è solo questione di tempo; prima o poi ritorna.
Per ....un incredibile scherzo del destino la coincidenza ha deciso il “ritorno” del mio personalissimo “boomerang
maratona” proprio in occasione dell’anno Olimpico 2016..... ben 4 anni dopo Atene.
Una "traiettoria"....strana e abbastanza lunga che ha attraversato le acque e le strade del triathlon ...che si è conclusa con un rientro “soft” ....giusto in occasione della Milano Marathon…la 42195 ....a due passi
da casa. ![]() |
Milano Marathon 2016...visita al Marathon Village |
Domenica 03 Aprile 2016......Milano Marathon....cronaca al presente...di una bellissima giornata di Sport....all'ombra della "bela madunina"
Logistica ottimale nella zona partenza...costruita nel bel parco di Porta Venezia che
sta dietro il Planetario. Il tutto molto pratico e funzionale.
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03 Aprile 2016 - il via della Maratona di Milano |
Alle 9.30, puntualissimi, il
via ...dopo l'inno di Mameli e lo sparo del cannone seguito dai coriandoli
tricolori!
Molto scenografico.
Pettorale numero 2450Quasi 4800 maratoneti....divisi in 5 settori di lancio (io ero al terzo) e rettilineo di partenza molto fluido. Si corre già dopo poche decine di metri.
Percorso molto bello e giornata mite…con cielo appena velato.
La partenza e arrivo nello stesso luogo (Porta Venezia)
permettono di girare parecchio nelle strade del centro tra la parte nuova (Regione Lombardia, Torri di Garibaldi e City Life)
e quella storica tra il Castello, Cadorna, il
Duomo, la Scala e il suggestivo
passaggio in una silenziosissima via
Montenapoleone.
Fino a San Siro la gara è mentalmente una passeggiata. Piatta, seppur con diverse curve e cambi di direzione. Lo stadio Meazza, al 23 km, immette su un tratto molto monotono della gara....attraverso il parco di Trenno.
Il mio passaggio alla mezza è in linea con il target delle 3 ore e 45.
Al giro di boa transito in 1.50 di real time....anche qualcosa in meno della tabella di marcia.
Nella monotonia tra il 25mo è il 30mo kilometro....mi trovo a gestire una crisi di tipo mentale aggravata dalle nuvole che si diradano facendo spuntare un sole ...stavolta indesiderato che incrementa sensibilmente la temperatura. Insomma....fa caldo!
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Il gruppo e i pace makers con i palloncini rosa che viaggiano col "passo" delle 3h 45min |
Risultato: il momento difficile passa e resto agevolmente nel treno giusto.
Intanto....uno dopo l'altro i kilometri si
susseguono e la gara rientra
verso la Milano più conosciuta.
Si passa davanti a Milan House per
poi, a breve, presentarsi lungo l’interminabile Corso Sempione.
L’inevitabile mal di gambe ricorda che
abbiamo superato tranquillamente (...si fa per dire..) il 35mo kilometro.
Ultimo ristoro.....fatto con calma sempre assieme alle
"lepri" con i palloncini rosa.
Ristori ben organizzati.....con
tavolate molto lunghe per evitare gli affollamenti.
Un po' d'esperienza mi consiglia di non buttarmi a capofitto
sul primo tavolo e sui primi bicchieri. C'è n'è per tutti.....anche se qualcuno
pensa di fare "rifornimento in volo".....per non perdere secondi
preziosi in ottica ...personal best.
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Nel gruppo ....assieme al "popolo della corsa" |
Supero indenne il kilometro 37....seppur con qualche accenno di crisi.
Eccoci di fronte al fatidico
“muro del Maratoneta”
Me ne accorgo perché perdo leggermente contatto con i pacers,
che nel frattempo si sono divisi in due: I primi...per provare a limare
qualcosa all'obiettivo delle 3h e 45 ...i secondi..per centrare in pieno il
target.
Verso il 38mo kilometro ho
davanti un runner che provo ad affiancare.
Lo guardo e noto che ha gli occhi socchiusi. Pochi secondi e
lo vedo barcollare, piegarsi sulle gambe per stramazzare
a terra.
Fortunatamente (per lui...e per tutti) è presente e lucido. Assieme ad altri attiriamo
l'attenzione del personale medico ben appostato; bravi e tempestivi gli addetti
gestiscono la cosa alla grande.
Purtroppo la ripresa della corsa non è semplice.....
Qualcuno è fermo a bordo strada con i crampi.....e la cosa un po' mi inquieta. Tra di loro ce ne è uno con una maglia verde con la scritta “Proud to be Vegan”….. che dire?
Purtroppo la ripresa della corsa non è semplice.....
Qualcuno è fermo a bordo strada con i crampi.....e la cosa un po' mi inquieta. Tra di loro ce ne è uno con una maglia verde con la scritta “Proud to be Vegan”….. che dire?
Dopo neanche 100 metri vedo un altro "collega" che inizia a zigzagare.....non c'è la
fa....prova a correre lo stesso ...ma gli cedono le gambe e si aggrappa
rumorosamente alle transenne per poi cadere.
Anche qui, intervengono velocemente un paio della protezione civile.
Non nascondo che la cosa mi spaventa un po' .....visto che comunque anche la mia lancetta delle energie è verso il “rosso”.
Insomma …accuso un leggero smarrimento
unito a giramento di testa e
non capisco se è la suggestione per quelle scene....o una crisi più seria del
normale. Decido di camminare fino al 39mo kilometro.....a passo svelto, ma in controllo!
Lo fece anche Pizzolato nella vittoriosa Maratona di New York del 1985.
Il cammino mi restituisce
fiducia. La testa c'è, le energie sono quelle che sono.....ma bastano.
Quel kilometro di passo mi permette di cancellare i pensieri
negativi….dandomi la sicurezza di non essere io il prossimo a ritrovarsi al
tappeto. Quando mancano solo 1195 metri alla tanto attesa linea d’arrivo, tanto attese, ritornano le forze e provo a rimontare l'ultimo pacer con i palloncini.
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Apoteosi.....il rettilineo d'arrivo |
Penso a moglie e amici che mi aspettano tifando lungo il
rettilineo finale che, tra l'altro, è in lieve discesa.
Finisco
bene.....tra due belle e colorate ali di
folla ....piacevolmente rumorose!
Tre ore, quarantacinque minuti e quarantatre secondi.....di tempo
reale indicato dal gps ....che però segna
anche 42km e 430 metri quasi 200 in più della distanza "nominale".
In
effetti....la "traiettoria ideale" è......impossibile da mantenere....al
netto della precisione della tecnologia da polso.
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Resoconto GARMIN della maratona |
Il dopo gara....non mi crea problemi. Recupero un po' lo sforzo dello sprint finale....giusto per essere lucido nel ritirare la sacca con gli indumenti…asciutti, cambiarmi e dirigermi verso i tifosi di giornata!!!!
Che dire?
Il ritorno alla maratona….è
andato benissimo...sull'onda dell'hashtag
#iostoconfilippide
Faccio molto volentieri i complimenti a tutto lo staff
organizzativo che ha messo finalmente in piedi una bella maratona.....piacevole
e ben animata, condita dal bellissimo e coreografico spettacolo delle
staffette!!#iostoconfilippide
Adesso gambe, muscoli e tendini reclamano un po' di riposo.
Anche sotto questo aspetto tutto è comunque OK......nel senso che i dolori i sono quelli classici e nulla più!
Milano....."val bene una Maratona".....
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....con moglie e i tifosi Lorenzo e Alessandro (figli degli amici Andrea e Monica) al termine della gara |
Un grazie speciale ai miei tifosi di giornata ai quali ho pensato tanto lungo tutti i
QUARANTADUEMILACENTONOVANTACINQUEMETRI
!!!!
"Il boomerang della Maratona" si è ripresentato puntuale dopo 4 anni dalla bellissima esperienza di Atene del 2012.
Son passati gli anni ed ho corso praticamente sugli stessi tempi di allora!
Adesso il triathlon bussa alle porte.....e bisogna in qualche modo aprire e dargli udienza.
Vedremo!
Intanto.....buona PRIMAVERA a tutti!!!!