venerdì 31 maggio 2024

Ritorno del "Bisesto".....i "5 Cerchi" e le gare col "pettorale"....nei giorni del ricordo

 Puntuale come un orologio svizzero e’ arrivato il 2024…anno bisestile…olimpico!

Son passati 8 anni, ma sembra ieri, quando parlammo del bisesto spiegando il perche’ del “giorno in piu’”….quello strano 29 febbraio che ogni 4 anni aggiunge una riga al nostro calendario per sincronizzare le stagioni all’orologio astronomico.

Era l’anno dei 5 cerchi a Rio 2016…e degli Europei di Calcio e ci stavamo apprestando a vivere quell’estate con leggerezza e allegria…..sfatando il detto antico che recita “Bisesto…funesto” 

Amaro ritorno alla verita’ del vecchio adagio….per il “doppio 20” sul quale stendiamo nuovamente un velo pietoso….lo stesso che a suo tempo ci costrinse a rivolgergli il nostro piu’ sentito e spassionato “2020….No Grazie!”

L’anno del covid e della pandemia….tutto il mondo in ginocchio nella la paura, i tanti…troppi morti ma anche le chiusure, i bollettini, il coprifuoco e via dicendo.

Olimpiadi ed Europei annullati e posticipati all’anno dopo quando comunque si svolsero tra tante restrizioni. Un incubo!

Arriviamo ad oggi…2024 nuovamente bisestile….nuovamente olimpico.



Dopo 4 anni complicati possiamo dire di averla spuntata sul maledetto virus (o almeno crediamo). Potremmo proiettarci verso l’estate e i suoi appuntamenti con lo stesso “spirito” di 8 anni fa…e invece NO!

Nulla di tutto cio’ purtroppo.

Oggi non e’ un microrganismo a metterci paura ma qualcosa di piu’ macroscopico e rumoroso.

L’eco delle bombe, l’orrore di certe immagini, la paura che tutto possa scappare di mano condiziona ormai da un po’ la nostra vita…..proprio nel momento in cui le Olimpiadi dovrebbero regalarci gioia, fratellanza e solidarieta’ tra popoli nel nome dello Sport.

L’Ucraina, prima…il medioriente adesso ad aggiungersi a tutte le altre guerre che ci lasciano sgomenti nel vedere cosi brutalmente maltrattato il valore piu’ alto che esista, quello della vita umana.

La pace sembra un miraggio ...qualcosa che non interessa a nessuno. Una specie di optional posto in fondo alla lista delle priorita’.

E mentre a Parigi il braciere e’ pronto ad accendersi per la cerimonia d’apertura dei Giochi….certe dichiarazioni di Macron paiono soffiare su un fuoco che…invece sarebbe meglio spegnere.

Le gare partiranno tra poche settimane....e in citta' c'e' fermento.....ve lo garanisco!

Ci sono stato a inizio Marzo con la Mamma.....e potete crederci!



Agli atleti affidiamo il compito di arrivare dove altri non arrivano dando l’esempio di come ci si possa sfidare per raggiungere la vittoria nella lealta’ e nel rispetto.

Oggi piu’ che mai, viva lo SPORT!!!



Cosa vuoi che sia un pettorale?!

Un innocentissimo rettangolo di tela numerato da attaccare (anzi “spillare”) alla maglietta prima di presentarsi al via di una corsa podistica.

Un leggerissimo oggetto che pero’ segna una pesante differenza tra l’allenamento e la gara.

Un allenamento puo’ anche essere motivante e particolare….rappresentare una sfida e regalare emozioni. Ma prima o poi….finira’ nel calderone delle centinaia e forse anche migliaia di kilometri percorsi.

Noi atleti sappiamo bene che quando ci si “spilla” un pettorale addosso….e’ tutta un’altra storia!

Qualunque sia la distanza da percorrere, qualunque sia il luogo in cui ci troviamo, qualunque sia il nostro livello…..”LA GARA E’ GARA!!!”

Ed infatti l’operazione di attaccare il numero alla maglia (ancora oggi nell’era supertecnologica…con le spillette da balia della nonna) diventa per noi una specie di “rituale profano” quasi una liturgia ...alla quale dedicare del tempo e la dovuta attenzione!

Quel pezzo di tela ci accompagnera’ per tutto il “viaggio” come un fedele custode. 

Si bagnera’ del nostro sudore senza protestare. Soffrira’ e gioira’ con noi standoci vicino….fino alla fine!

Poi lo staccheremo con cura conservandolo gelosamente come ricordo.

Io non ne ho mai buttato via nessuno.

Ogni tanto li riprendo…..li riguardo come si fa con un album di fotografie, partendo da quelli un po’ ingialliti e ricordando i momenti salienti di quelle gare.

E ogni ricordo, si porta dietro una storia!!

Cinque kilometri non sono pochi per un bambino di 7 anni….alla sua prima gara!

Sara’ pure una Family Run dedicata a Don Bosco....ma quando si indossa il “pettorale spillato” significa che non si e’ li per passeggiare; sara’ competizione vera!

Ed infatti si parte a razzo…..assieme ad altri “pari eta’”….capendo ben presto che 5000 metri non potranno mai essere corsi con lo stesso ritmo dei primi 100!!

Si sperimentano in successione le reazioni del corpo prima (fatica, i battiti che salgono, i primi dolori alle gambe) e quelle della mente dopo (sensazione di non farcela, lo sconforto della solitudine, l’ansia dei kilometri  che ancora mancano).

Che sia una 5Km o una maratona, correre significa avere a che fare con la solitudine! 

Per tanti motivi, spesso ci si trova isolati da tutto il resto….paradossalmente anche quando si ha vicino qualcuno.

Papa' in attesa (dopo le fatiche della 10Km...) e la mamma rimasta indietro perche' tutti i ragazzini in gara hanno mantenuto un ritmo insostenibile sin dal primo centimetro!

Ma alla fine, anche per Samuele....arriva il traguardo!
L'arco gonfiabile...che segna la linea d’arrivo...che da un senso a tutto e che ripaga con gli interessi tempo, energie e fatica spesi durante quel viaggio!

Grande Samu!!!! 

Superata la linea.... dopo un'avventura di 5000 metri affrontati alternando corsa a cammino, superando la solitudine seguendo il percorso con coraggio, fiducia e lealta’…….fino alla fine!

Coppe e medaglie meritatissime fanno sempre piacere!!! 





       La stagione sportiva e' iniziata....anzi..e' nel "vivo"!

Dopo l’assaggio campestre del Campaccio e l’esordio su strada alla Stramilano (…dopo ben 6 anni di stop) il “battesimo” del triathlon 2024 si e’ celebrato nelle insolite fredde acque dell’Idroscalo di Milano….il 20 di Aprile....distanza Olimpica!

Dalle mie parti…l’inverno prolungato (e forse ancora neanche finito…meteorologicamente) sta determinando una situazione climatica abbastanza diversa dal recente passato.

Detto in poche parole….ha fatto piu’ freddo a Pasqua che a Natale…..con la logica conseguenza di ritrovarsi quasi a Maggio con temperature ancora basse….come dicono gli esperti: sotto la media.

Eppure i miei amici e compagni del 200bpm Tream mi avevano consigliato di “tastare” l’acqua per un sopralluogo pre-gara.



E’ una cosa che non faccio mai e che anche stavolta mi ha…..”salvato”!

Saro’ esageratamente freddoloso per cui il mio giudizio risulta sempre....alterato e tendente verso il “negativo spinto” per ovvie ragioni personali!

Avessi ceduto ai consigli saggiando l’acqua dell’Idroscalo….sarei uscito “a razzo” per rivestirmi e tornarmene a casa! 

Vi giuro che si “ghiacciava”!!!!

Del resto quando hanno dato l’annuncio del... “Muta obbligatoria”….c’era da aspettarselo.

Sentivo freddo nonostante i quasi 0.8mm della mia Speedo Triathelite…..forse la piu’ (termicamente) pesante tra le mute disponibili.

Ho sofferto tanto in quegli interminabili minuti di “raccoglimento” nell’attesa che si componesse tutta la batteria (la seconda….) e passati inesorabilmente “a mollo”….sul posto in modalita’ “cagnolino”…prima del suono della tromba liberatorio.

Se non bastasse (come registrato da tutti i Garmin in gara…) ..si e’ “sforata” di piu’ di 100 metri la distanza ufficiale….che in piscina corrisponderebbero a 4 vasche aggiuntive…non proprio un regalo graditissimo.

E nonostante 40Km di bici, pianeggianti, fatti a quasi 33Km/h di media e i 10Km di run a quasi 4:30min/Km….ho concluso in 2h42m….migliorabili alla prossima occasione!

Purtroppo ho “pagato” un T1 di quasi 6minuti per una ferita alla mano sinistra (sangue che non ne voleva sapere di fermarsi) procurato da qualcosa di tagliente nella passerella/scaletta di legno all’uscita dal nuoto che ha messo in difficolta’ quasi tutti…..

 

Per l'esordio sulle “2 ruote” ho scelto Bergamo e la sua Granfondo BGY del 05 Maggio che ci ha presentato un “alba” alquanto fresca…..seppur colorata dal tanto desiderato sole. Partenza ore 7.00 davanti al Gewiss Stadium.

Scalare il colle del Gallo e il Selvino e’ stato bellissimo!
Si tratta di salite che, col mio passo, riesco ad affrontare senza mai andare in crisi e “salvado le gambe” per affrontare il resto dei kilometri (…in totale 90).

Partecipare ad una Granfondo e’ sempre una esperienza emozionante e particolare perche’ ci si sente come “dentro una tappa vera”.

Strade chiuse o comunque controllate, assistenza meccanica quasi al seguito (il che tranquillizza molto rispetto ad una uscita lunga in solitaria), ristori nei punti chiave, ma soprattutto percorsi bellissimi da condividere con i gruppetti che via via si formano con le tipiche sfide …..fino al traguardo

Purtroppo quest’anno non ho immagini Rosa da mostrare in quanto il Giro si e’ mantenuto ben distante dal milanese…..



Accontentatevi di quelle mie lungo le strade della bergamasca dove, comunque, si sono scritte pagine di storia del ciclismo.

L’estate 2024 si presenta interessante e proiettata sulla distanza del 70.3/Medio che, in questa fase di carriera, mi intriga di piu’!!!

Ci sara’ qualche passaggio intermedio come l’Olimpico DJ TRI e almeno un'altra Granfondo, prima delle tanto attese ferie che per tutti noi atleti coincidono con il periodo in cui sussistono le condizioni ideali per….”far crescere i volumi” in vista della fase finale della stagione.

In silenzio scaramantico e quasi in punta di piedi…possiamo dirvi che quest’anno si tenterà l’assalto alla New York City Marathon…quella della Grande Mela…obiettivo di tutti i runners!

Sfideremo il binomio bisesto-funesto con inusuale sfrontatezza e con quella “dose” di incoscienza che sta dietro a questo tipo di “imprese”.

New York non e’ dietro l’angolo….e raggiungerla per la maratona significa far partire la “macchina organizzativa” quasi un anno prima….

Ed infatti questo viaggio e’ una sorta di regalo di Natale (quello scorso) che ci siamo fatti e che concretizzeremo per l'Halloween time 2024.

Ci sara' da preparare una maratona….stavolta non “Virtual” *...corsa nel 2020)....bensi….molto ma molto….”Real”!!!

Per quanto mi riguarda, la preparazione atletica sara' il minore dei problemi dato che, se tutto andra’ bene, arrivero’ in quel periodo con due triathlon medi nelle gambe per cui ci sara’ “solo” da fare qualche richiamo…finale.

Per lo “stress”, “ansia da viaggio” e tutte le innumerevoli preoccupazioni accessorie...beh....avremo tempo per prepararci….e allenarci.

Ne parleremo piu’ avanti…..ma la "bella notizia" e' che non saremo soli!!!
Ad accompagnarci ci sara' un fantastico gruppo di amici,  tendenzialmente molto piu’ ottimisti del sottoscritto...per cui...anche questo aspetto critico e’ ben “indirizzato”.

Nel frattempo……i passaporti sono pronti.



E adesso......il ricordo!!!

Avevo 13 anni e da “giovane gobbo juventino” fremevo nell’attesa di quella partita nella speranza di vedere il nostro capitano Scirea sollevare al cielo la Coppa dalle grandi orecchie!!

La Coppa Campioni…che ci era sfuggita gia’ 2 volte con l’ancora fresco e tristissimo ricordo del gol di Magath ad Atene e i relativi pianti dopo Juve-Amburgo 0-1, anno 1983.

La Juve era tra le piu’ forti squadre d’Europa da tempo. Nel 1984 dopo aver eliminato il Manchester United in semifinale, vincemmo la Coppa delle Coppe in finale con il Porto.
Avevamo anche gia' battuto il Liverpool in Supercoppa Europea nella famosa partita giocata col pallone arancione dopo la neve di Torino, con doppietta del polacco biondo.

La strada verso la finale del trofeo piu' importante...quella da giocare all’Heysel di Bruxelles fu un susseguirsi di vittorie. Platini, Boniek, Rossi, Tardelli, Cabrini, Scirea, Tacconi….e via dicendo!

Con i miei compagni di scuola, quasi tutti juventini, immaginavamo la formazione che il Trap avrebbe schierato ed avevamo sensazioni positive perche’ la Juve era data da tutti per favorita!

Alle 20.00...tutti davanti la TV...aspettando la discesa in campo delle squadre e il commento del grande Bruno Pizzul.....

Ricordo benissimo la prima immagine che appari' quanto il televisore di casa...a tubo catodico...completo' la fase di accensione....

Non c'era il campo...ne i giocatori in quella strana inquadratura.
Solo masse enormi di gente che si picchiava con bastoni e ogni altra cosa....e un settore dello stadio in cui sembrava fossero passati i vandali.
Persone a terra disposte a casaccio, uno sull'altro che non riuscivano a liberarsi e che, nel dolore, chiedevano aiuto a gran voce.



Mi rivolsi a mio padre immancabilmente vicino sempre...e specie nello sport. Da lui trovavo ogni volta risposte di verita'. Da ragazzini pensiamo che i genitori sappiano sempre tutto...di tutto.

Ma cosa succede papa'?

E' questa la finale della Juve??

Anche lui era in difficolta'!
Non si capiva nulla di preciso ne' dalle immagini ne' dal commento.....

Si percepiva che quella serata aveva preso una tragica piega...fino a quando Scirea e Neal (i capitani di Juve e Liverpool), dagli altoparlanti dello stadio, invitando alla calma, comunicarono a tutti che si sarebbe giocato. 
"State calmi e non rispondete alle provocazioni" disse il povero Gaetano al microfono!"

La partita inizio' con piu' di un'ora e mezzo di ritardo...in un clima assurdo tra il silenzio interrotto dalle grida di qualcuno e dagli improvvisi cori provenienti dagli altri settori....dove tutto sembrava...stranamente "normale".

Poi...iniziarono a venir fuori delle voci non confermate che indicavano centinaia di feriti e forse anche qualche morto! Tristezza!

Vi risparmio tutta la storia perche' non e' il caso.
Non c'erano i cellulari! Nessuna troop televisiva mobile.
Internet e social....neanche a parlarne!
Le informazioni non viaggiavano in tempo reale come adesso.

Per ricostruire i fatti ci volle tempo anche per le lentezze assurde di chi, prima doveva garantire l'ordine pubblico e poi prodigarsi per limitare i danni una volta creato il problema.

Trentanove morti!!!

39 tifosi che persero la vita!
Tutti juventini come me....32 italiani, di cui un bambino e 2 ragazze, 7 di altri paesi

Mercoledi 29 Maggio 1985...son passati 39 anni....che strana coincidenza nei numeri!



Anche quest'anno, come sempre accade ad ogni anniversario di quella strage, quello che riecheggia da quasi tutto l'infinito mondo che orgogliasamente si definisce "antijuventino" e':

"Di Coppe dei Campioni ne avete vinta solo una per miracolo ai rigori!"

"Dovete restituire la Coppa dei Campioni del 1985…non e’ vostra!"

"Coppa dei Campioni bagnata di sangue, come fate a tenerla in bacheca?!"

"Non vi vergognate a vantarvi di una Coppa vinta in una partita che non si doveva giocare in cui vi hanno pure regalato un rigore?"

"Avete avuto pure il coraggio di festeggiare la vittoria!!!"

E non parliamo di tutti quelli che, in riferimento a quella strage, negli stadi inneggiano al -39….ossia trentanove juventini in meno sulla faccia della terra e insultano la memoria di Scirea morto pochi anni dopo in un rogo dopo un incidente stradale!

 No comment!!!

Sempre e con puntualita’ quanto scritto sopra occupa tutti gli spazi delle discussioni ormai diffuse nei social dove certi “fuoriclasse della tastiera” esprimono giudizi e sputano sentenze.
Magari erano bambini o forse neanche nati in quel terribile 29 maggio 1985.

Non c'e' mai nessuno che ricordi quanto l’UEFA e il governo belga abbiano colpevolmente fallito nell’organizzazione di quella finale svoltasi in una struttura vecchia e non adeguata con un servizio d’ordine scandalosamente scadente per gestire un evento di quel genere

Nessuno che ricordi come l’UEFA non abbia mai pagato nulla per quella strage di cui e’ responsabile principale.

Nessuno che ricordi brutalita’ e violenza dei teppisti inglesi che, con gli animi esaltati dai litri di birra in circolo, si scagliarono contro quel maledetto settore Z, dove stavano i tifosi della Juve….quelli non organizzati…che erano li solo per la “storia di un grande amore”!!

Nessuno che ricordi come la scelta di giocare, voluta dalla gendarmeria belga, fu forse l’unica cosa giusta di quella serata.
“Quando cade l’acrobata viene fuori il clown” scrisse Walter Veltroni. L’attenzione degli hooligans dirottata sulla partita piuttosto che sul dare altre mazzate....ha probabilmente evitato esiti ancora peggiori. E forse calmato anche gli animi degli juventini dei quali si temevano reazioni non controllate. 

Nessuno che ricordi che le squadre non parteciparono alla decisione di assegnare comunque il titolo.

Nessuno di noi pretende che si riconosca per forza il valore indiscusso di quella stratosferica squadra bianconera che, cresciuta negli anni, meritava giocarsi la finale in una serata di festa e non di orrore.

Ma va almeno ammesso che la Juve non ha nessuna colpa di cio’ che e’ successo all'Heysel, anzi!

Ed in cima a tutto…nessuno che ricordi quei 39 poveri tifosi...angeli innamorati di calcio che con gioia e passione avevano seguito la propria squadra del cuore per quella trasferta magica e che non sono piu’ ritornati casa.

Morti in modo atroce sotto il peso delle macerie di un muro che non ha retto alla pressione della violenza!
 

Si! E’ vero!!! Il rigore non c’era….Boniek venne atterrato 2 metri prima di entrare in area.

Platini segno’ spiazzando Grobbelaar e poteva...anzi doveva certamente risparmiarsi l’esultanza.

Se proprio vogliamo essere precisi e ricordare solo qualche frangente di quella assurda partita…c’era anche un rigore per il Liverpool.

La Juve gioco’ alla pari con i Reds, campioni uscenti…che non ci stavano a perdere e  attaccarono di continuo. Tacconi paro’ di tutto.

Una partita sicuramente giocata in un clima surreale ma fatta di episodi come altre.

Fini 1-0

Non ci fu alcuna premiazione; la Coppa venne consegnata negli spogliatoi e quel giro di campo per esibirla ai tifosi andava certamente evitato, seppur in quel momento in pochi erano al corrente delle dimensioni di quanto era successo realmente.  

Oggi nessun juventino festeggia l’anniversario della prima Coppa dei Campioni…o come si chiama adesso..la Champions.

Sono stati fatti degli errori, certamente! In molti chiesero anche scusa per gli atteggiamenti fuori luogo…prendendo le distanze anche da quelle centinaia di immancabili scemi che a Torino fecero caroselli in piazza (ma non certo la festa che ci sarebbe stata in condizioni diverse).

Non celebriamo l’1-0 di Platini’ e nemmeno le parate miracolose di Tacconi.

Non lo facciamo perche’ per noi il 29 Maggio e’ la triste ricorrenza della piu’ tragica strage mai avvenuta in uno stadio di calcio per un evento cosi’ atteso ed importante.

Perche’ in quelle 39 famiglie di gente come noi da ormai quasi 40 anni c’e’ un vuoto incalcolabile.

Perche’ non si puo’ morire per una partita di calcio, seppure si tratti di una finale di Coppa Campioni.

A tutto il popolo juventuno e’ stato sottratto un sogno……quello di godersi lo spettacolo di una finale importantissima e gioire appieno per la vittoria piu’ bella raggiungibile da una squadra di club.



Succedesse oggi, farei una fatica bestiale nel trovare le parole giuste per spiegare a quel piccolo “gobbo juventino” di 7 anni dal sangue bianco-nero che ho in casa il perche’ di quell'orrore…..
Adesso sono io papa'....e non e' vero che i genitori sanno sempre tutto!

Onore a quei 39 innocenti, vicinanza alle loro famiglie.

E’ il momento del ricordo affinche’ quella pagina cosi’ nera possa almeno essere servita a far si che non accada mai piu’.

L’anno prossimo saranno 40 anni.

Concentriamoci sul ricordo e rinfreschiamo la memoria. 

A noi juventini e' richiesto anche di riconoscere quanto di sbagliato e sopratutto di inopportuno scaturi' a margine di quella terribile serata in cui sarebbe stato molto piu' appropriato il silenzio.  

A tutti gli altri....va il mio appello: per favore, evitate la solita tiritera ormai scontata di commenti stupidi e giudizi faziosi su quella Coppa e sulla sua legittimita’, dimenticando tutto il resto!

Che resti nel luogo dove forse e’ piu’ giusto che stia! 

Non e’ una Coppa da festeggiare, ma da dedicare ai 39 bianconeri che non ci sono piu’ e a tutti quelli che sognavano una grande festa e invece portano per sempre nel cuore i segni una orribile tragedia.


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