martedì 25 dicembre 2018

Fine anno...by Marathon....


Cari amici....oggi è Natale!


La festa più attesa anche perchè capita proprio alla fine dell'anno portanto allegria dopo tante stanchezze con la magia di far ritornare tutti un pò ...bambini.
Del resto....cosa non si fà per i bambini?
Anche andare in giro per la città...correndo vestito da Santa Claus assieme ad altri papà noncuranti del freddo e dei...commenti scherzosi dei passanti.


In tema di corsa...a Natale si fanno bilanci e programmi, ricordando ciò che si è fatto di recente con il binocolo puntato ai prossimi appuntamenti.


Personalmente, la fine del 2018 richiama in modo imponente la "regina di tutte le gare".....la corsa più antica che esista nonchè una delle esperienze più particolari

legate al mondo dello sport e della sportività.

Parliamo di Maratona.

Di definizioni ce ne sono tante, diverse anche bellissime....

Io ne tiro fuori qualcuna....e starà a voi capire quale di esse (più di una) è farina del mio sacco e quale...no.

La Maratona è un incantevole viaggio che inizia molto prima della partenza e termina molto dopo l'arrivo.

La Maratona è una gara di 10Km.... dopo averne corsi 32


La Maratona è quella splendida e dannatissima amante che hai deciso di mollare per sempre....sapendo che prima o poi ricadrai tra le sue braccia.


La Maratona è la gara in cui la testa conta quasi, se non di più delle gambe. 


La Maratona è per molti...ma non per tutti.


Partiamo da un concetto da assumere come "principe".
Preparare una Maratona non è semplice.

Soprattutto per chi, come me, non è un "macinatore di kilometri settimanale", di quelli che mangiano la strada scavando solchi su solchi durante gli allenamenti.
Fase iniziale della Maratona di Reggio Emilia.....gambe leggere...e testa pesante

Massimo rispetto per chi, come tanti, decide di parteciparvi camminando ...scegliendo il passo più congeniale. Per chi gareggia alternando il cammino alla corsetta o

andando di jogging puntando a chiudere entro il tempo massimo (quasi sempre raggiungibile anche di camminata svelta)
E' comunque un esercizio fisico notevole di grande valore e beneficio e che fa sicuramente bene a corpo e mente.


Però, sia in quanto a gesto tecnico che a "spirito" lo ritengo abbastanza diverso dal verbo "correre" che invece si sposa meravigliosamente con il significato, la storia e
dunque l'essenza della Maratona.
Poi, si può correre all'andatura più adatta e magari anche affrontare dei tratti di passo quando si è in crisi (è successo tanto a me quanto al mitico Pizzolato).

Purchè si corra.

Purchè si lasci che questo "verbo" resti unito alla Maratona come un pettorale alla "maglia".
Il tutto ...per ognuno di quei "fantastici" 42 kilometri.

Reggio Emilia.....per CORRERE la maratona del Tricolore

Del resto...la Maratona è uno sport in cui si corre per cui, in generale, (personalissimo e criticabilissimo parere) definirsi maratoneta dopo aver prevalentemente camminato per concludere entro i tempi massimi non rende molto onore a Filippide e a tutti i suoi seguaci.
Correggo quindi il "tiro" ristrutturando la frase iniziale
Prepararsi per correre una Maratona...non è facile.

Il viaggio lungo il percorso maratonesco inizia quando il richiamo dell' "amante" comincia a farsi risentire.
L'hai lasciata magari qualche mese, o qualche anno prima dopo esserti "scottato" per l'ennesima sofferenza.
Avrai anche detto amaramente: " Basta! Mai più con lei!"

Poi però..riecheggia la sirena! Ritorna in mente la magia di un'avventura il cui fascino non si è mai spento.
Sembra percepirsi nuovamente quel profumo che nè la testa nè il cuore hanno mai cancellato.
E si ripresentano uno dopo l'altro tutti i momenti più belli e intensi vissuti con lei.
Sensazioni che da sole valgono il prezzo del biglietto e la pena di lasciarsi ammaliare.
Emozioni forti che prima o poi ...ammutoliscono gli avvertimenti antagonisti del cervello che, svolgendo il loro compito, tirano il freno.


Alpin cup a Sesto San Giovanni, Parco Nord.....preprando la maratona
Ed è così che ci si ricasca!
Il viaggio è già iniziato.....
Programmi tutto, le scappatelle veloci di 10Km (o poco più) così come i week end "lunghi" o "lunghissimi" da 30Km e passa!


Poi...arriva il momento dell'iscrizione passando per l'ormai rituale trafila del sito web di turno....
Sono finiti i tempi del bonifico e successivo FAX.

Comunque sia l'iscrizione sancisce l'inizio del count-down...e delle annesse ansie!
Fasi in cui si è portati con estrema e...anche eccessiva attenzione ad ascoltare tutti i messaggi che il corpo ci manda.
Dolorini strani, mai avuti. Fastidi non facilmente catalogabili, paura degli starnuti propri e ...altrui.
Inizia la "fissa" dell'alimentazione....con una selezione drastica di cibi ...da "protocollo maratona".


E si arriva all'ultima settimana...quella assolutamente da non sbagliare.

Il "protocollo" prevede poco allenamento, bere molto, stancarsi il meno possibile...e stressarsi di meno ancora. Dormire almeno 7 ore per notte ...mangiare regolare e sano...anzi sanissimo a base di carboidrati, senza tralasciare le proteine.

Fasi finali della Maratona di Reggio Emilia

Svagarsi il più possibile perchè la testa inizia a giocare brutti scherzi.
Non è un caso che, nonostante lo "scarico", la vita super-sana e regolare, il riposo e tutti i dettami più disparati messi in atto....le gambe (chissà perchè) sembrano di

legno.

E da li...il cattivo pensiero di aver sbagliato qualcosa.

Detta così sembra una "tortura".
In realtà...vale la legge del "tutto fa parte del gioco".
La Maratona è così....e non c'è altra competizione nel running (a meno delle ultra) che "generi" l'altalena di sensazioni e stati d'animo che ho provato a descrivere.


E non siamo ancora in gara!!!

Comunque...il giorno della maratona...prima o poi arriva.
Lentamente, per certi versi, ma arriva.

Io sono tra quelli che la notte prima dorme poco e male...
Per fortuna che, nella vasta letteratura sportivo-scientifica, ci sono tonnellate di trattati e kilometri di esperienze che tranquillizzano a riguardo dell'insonnia pre-
marathon!

Insomma...anche poche ore di sonno, annegate tra i pensieri e la tensione, bastano...e avanzano.
Ancora a Reggio Emilia nel gruppone

E poi...dopo il rito della colazione basata sull'ossimoro ricca e leggera....ci si schiera nel settore di partenza assegnato.
Luogo della partenza raggiunto con calma, per non stancarsi...in tranquillità.
Sembra che i minuti prima dello start siano più importanti delle ore notturne appena trascorse. Sarà!


Si parte con in testa l'obiettivo....perchè chiunque ha un obiettivo.

L'obiettivo, il target, l'aspettativa...chiamiamolo come vogliamo....esiste.
Semplice...più o meno contorto, ma esiste.
Meno parole servono per desciverlo....più ambizioso esso è.


Vincere (una sola parola) è l'obiettivo dei top runner.
Provare a vincere, il podio, avvicinare il podio, entrare nei primi 10...se la cavano con due, tre...massimo quattro parole.
Anche fare il personale (3 parole) è un obiettivo....ambizioso in modo adattativo e "spalmato" sull'intero popolo di chi corre, almeno per la seconda volta, la maratona.
E poi ci sono gli obiettivi....articolati.
A parte quelli legati al risultato cronometrico...ci sono quelli come: Concludere la gara senza soffrire, concludere la gara senza poi dover prendere "malattia" al lavoro i

giorni dopo, godermi la gara e arrivare il più fresco possibile al pasta party, terminare la gara senza accusare il "muro del maratoneta"...e chi più ne ha più ne metta.

Obiettivo della mia ultima ...recente maratona è stato....un misto di tutto....ma ne parleremo dopo.

La gara, tecnicamente è un "elastico" tirato da un lato dalla testa e dall'altro dalle gambe.
Si inizia euforici, specie quando ci si accorge che le "gambe di legno"...miracolosamente sono diventate "di piuma".
Leggere, sveglie, brillanti, attive...anche iperattive.



La testa è invece pesante, ingolfata, superimpegnata a elaborare metodi per non farsi travolgere dallo sconforto dei tanti (troppi) kimometri che ancora mancano.
E si cerca di identificare punti intermedi per "spezzare" quella faticaccia.
Il decimo kilometro e il suo ristoro, il quindicesimo, il primo gel da ingurgitare, il passagio alla "mezza"...con il giro di boa.
Il passaggio al venticinquesimo....e poi dritti pensando al trentesimo.
Insomma, un "rosario" che scorre tra pezzi di banana, integratori, bicchieri di sali minerali..e kilometri, kilometri e ancora kilometri.


Le gambe si appesantiscono....ma la testa, gradualmente, si alleggerisce.
Ed è sempre una buona notizia.


Si arriva al momento cruciale.

Quello in cui si avverte la "spinta entusiastica" di essere giunti al punto del viaggio dopo il quale i kilometri mancanti si esprimono con una sola cifra.

Peccato che tale "evento" coincida....e dunque si scontri con la "paura del muro".

In genere succede al famoso "kilometro numero 32"....o meglio tra il 32 e il 33.
Ne mancheranno 9....che vuoi che siano.
Il "Muro del Maratoneta".....il vero ostacolo dei 42 kilometri

Avviene che, senza scomodare la scienza ne la medicina, il serbatoio di energia composto da zuccheri...inizia a segnare rosso...per poi esaurirsi.
Ciò nonostante le paste asciutte dell'ultima settimana, la ricca colazione, i gel e tutto ciò che si è attentamente introdotto per via orale.


Quasi al trentaduesimo kilometro di Reggio Emilia
Per fortuna che il corpo umano è come un auto ibrida, in grado quindi di utilizzare carburanti diversi.
Ed ecco che si inizia a "pescare" dal più ridotto serbatoio dei grassi (o meglio...lipidi) che, vestendosi da "elementi nobili" (in questo caso) ...ci accompagnano per

l'ultimo e decisivo tratto di gara dove...chiaramente la fatica è la protagonista numero uno.

Ma chi non "ama" la fatica non può nemmeno sognarsi di prenotare il biglietto per il "viaggio della Maratona".

Esperienza....per molti, ma non per tutti. Ve l'avevo detto.


Il passaggio dal "glucidico" al "lipidico" non è sempre indolore, anzi può anche assumere connotati di crisi.
Inutile dirvi che la differenza...la fa l'allenemento.


Comunque sia...si giunge al kilometro numero 41.

Facile assistere a scene..."complicate".
Colleghi runner che camminano con facce dai ghigni strani e sofferenti.

Gente in preda ai crampi che si trascina tra dolori muscolari e articolari...rimettendo a posto, alla meglio, i frammenti del fisico che non sono proprio usciti indenni dalla battaglia contro il "muro".

Finale......della fatica
Ma se si sta bene, l'ultimo kilometro è il premio più straordinario che la Maratona possa mai regalare.
Un regalo che si moltiplica lasciando "strascichi" positivi soprattutto dopo lo striscione con la meritatissima medaglia da finisher, la fantastica doccia, il ritorno dell'appetito, il rientro a casa dalla famiglia, la cena.
Le gambe ancora indolenzite che attivano i ricordi delle fasi della gara.....e tutta la soddisfazione tradotta in autostima i cui benefici saranno tutti da scoprire.


Beh...le "massime" personali e non sulla Maratona tirate fuori subito all'inizio stanno tutte dentro questo post....scritto..."fresco-fresco" dopo l'esperienza della Maratona di Reggio Emilia del 9 dicembre.

Una gara che rispecchia benissimo tutto ciò che avete letto.

Premiazione dopo la vittoria alla Run & Life
Progetto iniziato in estate e concretizzato dopo le ferie...partendo con il "viaggio" verso la fine di settembre quando, con gambe leggere e in modo inaspettato, ho pure vinto la prima (..e unica) gara podistica della mia vita.
La Run & Life del Parco Nord.

Non certamente un evento di chissà quale grido o livello tecnico...ma tagliare per primi il traguardo è sempre un'emozione particolare.
Comprese le interviste del dopo gara e la premiazione con Samuele in braccio!

Podio della Run & Life.....che strano stare al centro

Poi, sono arrivati i "lunghi", la loro programmazione con annessi e connessi.
Allenamenti corsi nelle tapasciate domenicali con i compagni, o in solitaria la domenica mattina presto...per lasciare spazio alla famiglia.


Mastri birrai d'eccezione
Più di due anni fa l'ultima maratona a Cracovia....con Samuele ancora nei desideri.

Due anni fà ...l'ultima birra prodotta in casa ...con Samuele in arrivo. La "fiocco azzurro"

La chiusura del 2018 accomuna le due passioni...con la gara di Reggio Emilia preparata nei momenti topici proprio durante le fasi di fermentazione prima e maturazione poi...che servono a trasformare degli innocentissimi chicchi di orzo e frumento (sarà una Wiess) in un fiume di birra.


La nuova "Melele", preparata con cura e dedizione, è pronta, quasi da assaggiare.

La Maratona di Reggio Emilia, preparata con stessa cura e stessa dedizione, è arrivata. Pronta da correre.



Come da programma....gli ultimi giorni prima del via equivalgono a gambe pesanti...legnose.
Il tutto sino all'ultimo allenamento del venerdì

Sensazione di fiacchezza e spossatezza al sabato.

La domenica invece....le gambe sembrano avere le "bollicine"...per restare in tema del binomio....birra-podistico.

Nella città del Tricolore....la mattina di domenica 9 dicembre c'è abbastanza freddino alla partenza....ma le nuove maglie X-Bionic mi riscaldano perfettamente.


Partenza convinta....anche troppo.

Poi...mi piazzo tra i palloncini dei pace-maker delle 3:30 e quelli delle 3:45...provando a tenere sott'occhio i primi.


Procedo così ...pensando a Samuele e "spezzando" la fatica attraverso i riferimenti intermedi e virtuali che mi ero creato.

Nessuna crisi, nessuna ripercussione dovuta al "muro".....finale addirittura in crescendo.

Diretta whatsApp dell'ultimo kilometro della Maratona di Reggio
Ultimo kilometro in "diretta" WhatsApp con cellulare in mano in modalità video-selfie per condividere la fase più emozionante di tutta la gara con la famiglia.

Samuele ha uno sguardo tra l'esterefatto e l'incredulo. Ancora è troppo piccolo per capire certe cose, ma è comunque sulla buona strada.

Tre...trentatrè e trenta ...circa  il tempo finale ...che sembra uno scioglilingua.....e che rappresenta la seconda miglior prestazione personale di sempre sui 42Km....e 195 metri.

Personale che risale a ben 17 anni fa (quando ne avevo 29)...nel lontano 8 dicembre 2001 a Palermo con 3:29:58 (che significa andare al passo sul pelo dei 5min/km).

E' finita ......Nona maratona della carriera....
Nota tecnica....
A Reggio Emilia...46 anni...tutti i tratti di "pura" corsa fatti al ritmo poco inferiore ai 5min/km.
Sul tempo finale pesano i kilometri "lenti", ossia quelli a cavallo dei ristori (dal quinto...ogni 5 dunque ben 8) e il "pit-stop per alleggerimento idrico" dovuto al 
freddo.

Insomma...le gambe hanno dentro la possibilità di "attaccare il personale".
Servirà qualche accorgimento per accorciare il tempo ai ristori...ed evitare la pipì....

Ci proverò....magari alla prossima maratona....o alla prossima ancora...vedremo!

La medaglia....con lo sfondo di un locale che ricorda il luogo in cui siamo.....Reggio Emilia

Giusto due parole di congratulazioni per Reggio Emilia e la sua Maratona del Tricolore. Mai corsa una gara organizzata così bene in cui si percepisce, già dal primo
contatto, una attenzione particolare e quasi personale verso tutti i partecipanti.

Nessun intoppo, tutto perfetto dall'inizio alla fine....con la chicca di poter fare la
doccia al caldo subito dopo aver concluso. Spettacolare!!!!

Buon Natale a tutti.......

Rituffandoci nel clima del panettone e dell'albero, con uno sguardo di tenerezza al presepe (dove si trova il vero protagonista di questi giorni) approfitto per augurare un Buon Natale sempre all'insegna della serenità, della salute e dello sport !!!!!
Auguri dalla famiglia Depasquale!!!!
E per il Capodanno......brinderemo con "Melele weiss" che, dai primi assaggi, promette benissimo e sta terminando l'ultima maturazione in cantina!!!

lunedì 24 settembre 2018

Pillole...di una estate



Esistono pillole per ogni cosa....problema fisico, malessere....ma non solo.

Esistono anche pillole narrative....
Frammenti che raccontano....a "piccole porzioni" momenti importanti trascorsi in semplicità....con lo sport nello sfondo, l'estate 2018 come protagonista....e la famiglia ...sempre presente.

Due luoghi...anzi due territori, a rendere più dolci possibile queste "pillole".....
Due momenti diversi che hanno trovato, finalmente un punto d'incontro!

Milazzo... il mare, il sale, lo iodio, il sole, il pesce.....
Villapriolo, la terra, l'aria, la pace, gli ulivi......

E poi, il rientro al...Nord...agonistico!

Materiale per tante pillole..estive.....da poter leggere anche "a saltare"......sperando che con un pò di pazienza (per la quale non esistono medicine a supporto)....riusciate ad "assumerle" tutte......

Pillola.......sacra e profana: San Francesco di Paola

Non c’è che dire!
Siamo un paese di poeti, santi e navigatori (e molto …molto altro).
Milazzo non sfugge a questa regola, anzi!
Abbiamo un Santo che è si è distinto anche e soprattutto come navigatore al punto da essere riconosciuto come il patrono della “gente di mare”.

San Francesco di Paola!!!

Per le strade del Borgo così come al Porto, con un pò di immaginazione, pare si possa percepire il legnoso ”odore” del suo saio marrone scuro; quasi come tra le vie strette di Cracovia dove si respira un aria che evoca l’immagine di San Giovanni Paolo II.

“Viva San Francesco”….è un “grido” che sortisce brividi intensi nella pelle di noi milazzesi devotissimi a questo personaggio dalla lunga barba bianca vissuto nel 400 e divenuto negli anni ancora più importante del del patrono “ufficiale” della città; non me ne voglia Santo Stefano.

Nei miei viaggi in giro per l’europa cattolica (ultimamente meno frequenti) ho quasi sempre trovato traccia del “nostro santo” che ha, tra l’altro, una dimensione internazionale avendo viaggiato tanto e concluso la sua vita in Francia.

San Francesco di Paola, che il calendario ricorda il 2 Aprile, è calabrese di nascita…ma milazzese d’adozione per aver vissuto ed operato nella città dei 2 mari per diversi anni circondandosi di diversi seguaci e generando una vera e propria comunità di fedeli all’ombra del Santuario da lui stesso ideato e costruito.

Quando ero piccolo…e fino a non troppo tempo fa’, non saltavo mai una festa, la prima domenica di Maggio!

Ricordo ancora a memoria i motivi di tutte le musiche tutt’oggi suonate dalla banda durante la processione.

Rito che viene poi “doppiato” con la “Berrettella” del martedì successivo…in cui sfila per la città la reliquia del copricapo di lana usato da S. Francesco…sia per le strade che negli specchi d’acqua milazzesi a bordo di pescherecci, rimorchiatori e imbarcazioni di vario tipo.

San Francesco e Milazzo…..un legame indissolubile.

Impossibile per un milazzese come me con la passione per la corsa……allenarsi città senza attraversare …le strade di San Francesco!





Pillola....campanilistica: Messina...esiste!!!

Sicilia…o mia Sicilia!
La meraviglia del nostro mare, l’unicità del nostro clima, la centralità della nostra posizione.
Ed ancora, l’universalità di “istituzioni” come la trinacria, il maranzano, l’arancino, la tarantella, le arance, il cannolo, il carrettino, il paladino, il fico d’india…..

Simboli comuni un pò a tutta l’isola.
 
Poi, esercitando il pensiero…in modalità itinerante, viene fuori la vera bellezza
Quella che nasce dalla diversità!

Ogni città, ogni provincia, ogni territorio…tutto con qualcosa di tipico, di caratteristico, di peculiare. 

Agrigento…e i Templi, Pirandello, il traghetto per Lampedusa… e le fave a macco; Palermo e Santa Rosalia, la Cattedrale, la Vucciria, le panelle e il pane cà meusa.
La Catania di Bellini, il teatro, Sant’Agata, l’elefante, Piazza Stesicoro, la cartocciata. Trapani con I suoi “Misteri”…San Vito, il “caldo-freddo”, le patate “bastase”, il Cous-Cous…e un bicchiere di Bianco d’Alcamo…
Ragusa e I mitici luoghi del Commissario Montalbano, San Giorgio, il Barocco, e il cioccolato di Modica.
Siracusa…con Santa Lucia, il papiro, il teatro greco, Ortigia la vicina Noto..il nero d’Avola…e le deliziose mandorle.

Una compilation di “eccellenze” non esaustiva poichè, per ovvi motivi, ho dovuto tagliuzzare la lista che sarebbe lunghissima.

E Messina???

Tappa obbligata attraversando lo Stretto? La città del Ponte mai costruito…o quella rasa al suolo dal terremoto più di un secolo fa?

Solo questo?

Beh!
Non voglio raccontare la storia di Messina ne tantomeno annoiarvi con cenni storici.

Desidero solo “sollevare” quella che era l’antica Zancle…mettendola sullo stesso piano di tutte le sue “sorelle” dato che, opinione mia, spesso viene messa da parte….dimenticata.

Come se a Messina e dintorni fosse successo solo il terremoto.
Come se Antonello da Messina….non fosse di…Messina.
Come se I fratelli Juvara fossero nati e vissuti altrove.
Come se “Molto rumore per nulla” di un certo Shakespeare (messinese??? secondo qualcuno si) fosse ambientata lontano dallo stretto.

E siccome Nibali ogni tanto risveglia l’orgoglio peloritano, è bene precisare che la definizione “squalo dello stretto”, in realtà, non è appropriatissima.


Nelle correnti delle mosse acque che separano la Sicilia dal continente…il vero protagonista è il Pesce Spada…che si pesca (o meglio si pescava) con tipiche e curiosissime imbarcazioni ormai visibili solo di rado.

Da questo “squisitissimo frutto di mare”, affettato bene nella sua parte più morbida, nascono gli "involtini" di cui vi ho già narrato…che, assieme a quelli di carne, sono tipici di Messina e di nessun altro posto al mondo.

La "granita siciliana", intesa come la intendiamo noi, riguarda il solo “lato” orientale dell’isola! E questo è più o meno risaputo.

In pochi sanno però che tale delizia nasce a Messina…al gusto di caffè e panna..con obbligatoria brioche "col tuppo"

La proverbiale “mezza con panna e brioche”….da consumare, secondo la storia, a colazione.



Il “pesce stocco a ghiotta”, piatto unico in tutti I sensi…inventato da un genialissimo nonchè ignoto chef….si lega a Messina come l’abbacchio a Roma o la ribollita a Firenze e secondo me rappresenta la miglior fine che un merluzzo di lingua scandinava possa fare una volta finito nella rete!


E la “focaccia messinese”?
Quella condita con acciughe salate, capperi, olive, pomodoro fresco tagliato fino a fette, mozzarella, pepe nero…e la “scalora” in cima a tutto ciò che si abbrustolisce leggermente durante gli ultimi secondi di cottura?

Di fronte a questa favola…la tanto decantata e sbandierata Focaccia Genovese dovrebbe inchinarsi….

A parte il palato…non dimentichiamo, in ordine sparso, il teatro Vittorio Emanuele, Mata e Grifone, il foro di Messina sorgente di cotanta giurisprudenza…la Lettera più bella mai scritta (in latino) dalla nostra Madre dei cieli, destinata proprio ai messinesi.

Per cortesia…fatevi un giro a Messina…anche o solo per ascoltare i rintocchi di mezzogiorno e tutto il “programma” automatizzato di attrazioni della torre campanaria dell’orologio astronomico…tra I più unici al mondo.

E poi…..speriamo che a Innsbruck, tra una manciata di giorni, Vincenzo si vesta di arcobaleno!

Festeggeremo tutti…col pescestocco di cui sopra, un bicchiere di mamertino rosso, un pitone (versione fritta della focaccia) e....., alla faccia degli zuccheri, un bel pezzo di pignolata!



Pillola....amarcord: "I 4 da viniddazza"

L’amicizia non necessita di molte parole, nemmeno all’interno di un innocentissimo blog dove si scrive e si narra…..in genere di Sport.

Più di 30 anni fa nasceva un gruppo di amici….al solito modo.
Tra I banchi di scuola, la terra dei campetti di calcio, le forchette delle “mangiate”, le uscite, le bravate, le onde del mare…..

Paolo, Davide Carmelo e Ciccio (in ordine di apparizione...anagrafica):
Il nucleo…dei “4 da viniddazza”….oggi con qualche capello scuro in meno e qualcuno grigio in più, una panzetta d’ordinanza (tranne per il sottoscritto), mogli e figli al seguito per alcuni inimmaginabili alle origini!!!

Certamente...qualche ruga….ma diversi grammi di esperienza in più di prima, la Juve sempre nel cuore…..ed eccoci quì… ancora uniti nonostante il tempo, le distanze e le situazioni.

Con nello sfondo la nostra Milazzo…ed il rapporto di amore …spesso sofferto che ci lega a quel lembo di terra tra ponente e levante, tra il capo e la piana, tra il carciofo” e le eolie.

Un territorio nel quale….chiudendo gli occhi respiramo aria di mitologia, storia e tradizioni….e riaprendoli…a pochi passi da dove la leggenda faceva scagliare lo scoglio al ciclope più famoso della storia…si respirano gli sgradevoli frutti di una…raccolta differenziata…..appunto molto differente da come dovrebbe!

Pillola agonistica: Hai volulto la bicicletta.....pedala!

Non vedevo l’ora di prendere parte alla Gran Fondo di Milano 2018, gara ciclistica a tutti gli effetti con il “crisma” della competitività agonistica seppur destinata al numerosissimo “popolo della bici” (…in una parola …Amatori) in cui spero di essere entrato degnamente a far parte. 

Tutti I selfies scattati lungo le strade di Colle Brianza, Montevecchia, Saronno…(compreso quello della caduta di Aprile) e poi in cima al Tindari, a Santa Lucia del Mela…fino ad Enna Alta testimoniano le diverse uscite che mi sono sorbito per “mettere nelle gambe” il numero di kilometri necessario per affrontare quella gara.

Sgambate in bici in gran lunga solitarie ma meravigliosamente “speciali”…spesso alle 6.00 del mattino domenicale con la piacevole riscoperta di quanto siano splendide le prime ore del nuovo giorno.

Partecipare emotivamente al sorgere del sole in quei pochi velocissimi minuti in cui i primi bagliori dell’alba si trasformano in luce. 
Attimi passati nel silenzio rotto da qualche sbadiglio e dal rumore della pompa nel gonfiare le ruote.

E poi via…..verso le strade quasi sempre vuote, anzi deserte che iniziano a popolarsi solo quando la lancetta corta arriva a baciare il numero 8….ossia quando sono già sulla via del ritorno a casa, pronto per la colazione (una fame pazzesca) e la giornata in famiglia.

La Gran Fondo prevedeva circa 100Km…distanza solo avvicinata in allenamento.

Dislivello non impossibile, ma comunque impegnativo per cui mi sono preparato abbastanza con le strade in pendenza descritte sopra.

E poi, la gara!
Partiti da Sesto San Giovanni…tutti in gruppo fino a Monza; poi selezione naturale verso l’ondulata Brianza lungo strade in parte familiari ed in parte sconosciute.

Il bello della gara è che, oltre ad essere circondato da tanti altri “simili”, il percorso è tutto presidiato dagli addetti per cui si viaggia senza rallentamenti “forzati”.

Si scorre benissimo venendo a volte superati da moto dell’organizzazione, da tutto lo staff al seguito, l’assistenza tecnica….e via dicendo.
Insomma, sembra di essere dentro ad una vera e propria tappa, come quelle viste in TV, con tanto di dorsale attaccato con le spille da balia (anche I professionisti tutt’oggi usano ancora questo metodo).

E come in tutte le tappe che si rispettino c’è chi tira e chi non tira, chi sta a ruota, chi cerca di non prendere troppo vento…chi incita a spingere…insomma tutte le dinamiche del “gruppo”.

Gente per la strada che fa il tifo….e qualcuno che invece non gradisce il traffico bloccato.
Tanti aspetti che non fanno quasi mai parte della frazione ciclistica del triathlon.

Poi si scala il Colle Brianza…..una salita che ormai è un pò anche mia, non me ne voglia il Tindari.

Dopo la discesa del Colle, verso Usmate, mi si presenta davanti un deficiente in coda con l’auto, incavolatissimo per I rallentamenti generati dalla gara che lo avevano costretto a fermarsi.
Quasi mi rincorre per urlare la sua rabbia con la domanda “Ma stamattina non hai altro da fare??
” (edulcorata).

Esiste una risposta?

Gli ultimi 20Km li faccio “a tutta” in un gruppettino di circa 10 “compagni di fuga” con cui sfidarsi giocandoci la nostra "Tappa personale" …dentro quella ufficiale.

Tipico del mondo Amatoriale il concetto di "gara nella gara"

A tirare siamo 2 o 3, gli altri a ruota.
Poi ci ritroviamo nel rettilineo finale per lo sprint.
Volata per conquistare quello che poi scoprirò essere il 150 posto assoluto…..su 310 arrivati.

Taglio il traguardo per secondo di quel gruppetto….dunque 151°…alla media di 31.1 Km/h, con ottime sensazioni fisiche per un risultato per me più che positivo.

Gamba affaticata, stanca, ma ancora “buona”, come si dice in gergo, per concludere con il ritorno a casa che alla fine porterà il mio contakilometri a segnare quasi 111….

La bici, sempre quella ...fedelissima, che ha risposto bene alla "prova prolungata"

Voto alla mia prima esperienza agonistica su due ruote: 8!!

Pillola....contro lo stress: Il relax ...di Villapriolo e dintorni..a kilometri Zero!

Ogni volta che metto piede nell’entroterra siciliano…tra le colline della provincia di Enna mi rigenero quasi totalmente dal punto di vista acustico e respiratorio.

Niente traffico, niente smog, aria veramente pulita.
Profumi, odori e anche puzze nella loro più originale espressione.

Strade “condivise” tra auto (poche), qualche pulmann, i trattori ma anche mandrie e greggi che attraversano l’asfalto per passare da un campo all’altro seguendo fedelmente il pastore.

Per fortuna esistono ancora posti come questi che ti ricordano che la vita non passa solo attraverso la grandezza dei centri commerciali, I grandi mercati, il poter avere tutto pronto e preparato al momento anche fuori stagione, fuori orario……fuori luogo!

Sono posti dove ancora si panifica di notte, come una volta, per dare al “filoncino” la dignità che gli spetta…
Altro che la baguette del centro comerciale che in pochi secondi passa dal freddo della base surgelata, al caldo del forno elettrico e che dopo qualche ora diventa dura come una pietra.

Quì si fa il "pane di San Giuseppe" il cui nome è tutto un programma!!

Posti dove si compra il formaggio riuscendo anche a vedere, e volendo anche accarezzare, gli animali da cui proviene il latte.

A parte le incomparabili genuinità e sapore, si realizza quanta fatica ci sia dietro una vaschetta di ricotta oltre che lo straordinario “lavoro della natura"

Esiste un network “porta a porta” per cui con una semplice passeggiata si ritorna a casa con l’olio figlio degli ulivi ammirati con I propri occhi, le uova delle galline di cui si è ascoltato il verso, I pomodori delle stesse piante di cui si è sentito il profumo…..e così via.

Insomma, quella che io chiamo l’Università del Kilometro ZERO, o il festival del BIOLOGICO…due parole che da queste parti non hanno significato poichè la gente non conosce, anzi non concepisce come si possa, per esempio, mangiare una insalata con verdure di origine ignota perfettamente imbustata con le foglie tutte uguali come fatte col copia e incolla. 

O come ci possa essere scritto nella confezione di uova: “provengono da galline allevate a terra”….visto che quì si comprano nel mitico sacchetto beige di cartone senza commenti, scritte o garanzie varie…ma con la certezza che si possono mangiare anche crude…col buchetto nel guscio…..e magari un goccino di vermouth!!!


Se tocchiamo questi tasti…..si rischia di sconfinare nel dibattito….progresso, globalizzazione….sviluppo o arretratezza.

Questo blog parla di sport……in genere.

Beh, io ho trascorso l’ultima settimana di ferie a Villapriolo….cibandomi di quello che ho descritto sopra e tanto altro….kilometro 0 che non sto a raccontarvi!

E dopo 2 settimane milazzesi dove, con altre specialità….più maritime che terrestri (ovviamente) vale più o meno lo stesso discorso.

Sono rientrato giusto 3 giorni prima della Gran Fondo Milano….con una prestazione, in positivo, che non mi aspettavo.
Non è che forse….è stata proprio la “benzina”….a fare la differenza???


Finite le...pillole...restano alcune tra le immagini di questa estate.....tra Milazzo.....

 ......Villapriolo....

...altre pillole solo fotografiche.....

divise....per "settore"...


E il saluto finale a tutti!!!!


Buon Autunno!!!!!!
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