martedì 25 dicembre 2018

Fine anno...by Marathon....


Cari amici....oggi è Natale!


La festa più attesa anche perchè capita proprio alla fine dell'anno portanto allegria dopo tante stanchezze con la magia di far ritornare tutti un pò ...bambini.
Del resto....cosa non si fà per i bambini?
Anche andare in giro per la città...correndo vestito da Santa Claus assieme ad altri papà noncuranti del freddo e dei...commenti scherzosi dei passanti.


In tema di corsa...a Natale si fanno bilanci e programmi, ricordando ciò che si è fatto di recente con il binocolo puntato ai prossimi appuntamenti.


Personalmente, la fine del 2018 richiama in modo imponente la "regina di tutte le gare".....la corsa più antica che esista nonchè una delle esperienze più particolari

legate al mondo dello sport e della sportività.

Parliamo di Maratona.

Di definizioni ce ne sono tante, diverse anche bellissime....

Io ne tiro fuori qualcuna....e starà a voi capire quale di esse (più di una) è farina del mio sacco e quale...no.

La Maratona è un incantevole viaggio che inizia molto prima della partenza e termina molto dopo l'arrivo.

La Maratona è una gara di 10Km.... dopo averne corsi 32


La Maratona è quella splendida e dannatissima amante che hai deciso di mollare per sempre....sapendo che prima o poi ricadrai tra le sue braccia.


La Maratona è la gara in cui la testa conta quasi, se non di più delle gambe. 


La Maratona è per molti...ma non per tutti.


Partiamo da un concetto da assumere come "principe".
Preparare una Maratona non è semplice.

Soprattutto per chi, come me, non è un "macinatore di kilometri settimanale", di quelli che mangiano la strada scavando solchi su solchi durante gli allenamenti.
Fase iniziale della Maratona di Reggio Emilia.....gambe leggere...e testa pesante

Massimo rispetto per chi, come tanti, decide di parteciparvi camminando ...scegliendo il passo più congeniale. Per chi gareggia alternando il cammino alla corsetta o

andando di jogging puntando a chiudere entro il tempo massimo (quasi sempre raggiungibile anche di camminata svelta)
E' comunque un esercizio fisico notevole di grande valore e beneficio e che fa sicuramente bene a corpo e mente.


Però, sia in quanto a gesto tecnico che a "spirito" lo ritengo abbastanza diverso dal verbo "correre" che invece si sposa meravigliosamente con il significato, la storia e
dunque l'essenza della Maratona.
Poi, si può correre all'andatura più adatta e magari anche affrontare dei tratti di passo quando si è in crisi (è successo tanto a me quanto al mitico Pizzolato).

Purchè si corra.

Purchè si lasci che questo "verbo" resti unito alla Maratona come un pettorale alla "maglia".
Il tutto ...per ognuno di quei "fantastici" 42 kilometri.

Reggio Emilia.....per CORRERE la maratona del Tricolore

Del resto...la Maratona è uno sport in cui si corre per cui, in generale, (personalissimo e criticabilissimo parere) definirsi maratoneta dopo aver prevalentemente camminato per concludere entro i tempi massimi non rende molto onore a Filippide e a tutti i suoi seguaci.
Correggo quindi il "tiro" ristrutturando la frase iniziale
Prepararsi per correre una Maratona...non è facile.

Il viaggio lungo il percorso maratonesco inizia quando il richiamo dell' "amante" comincia a farsi risentire.
L'hai lasciata magari qualche mese, o qualche anno prima dopo esserti "scottato" per l'ennesima sofferenza.
Avrai anche detto amaramente: " Basta! Mai più con lei!"

Poi però..riecheggia la sirena! Ritorna in mente la magia di un'avventura il cui fascino non si è mai spento.
Sembra percepirsi nuovamente quel profumo che nè la testa nè il cuore hanno mai cancellato.
E si ripresentano uno dopo l'altro tutti i momenti più belli e intensi vissuti con lei.
Sensazioni che da sole valgono il prezzo del biglietto e la pena di lasciarsi ammaliare.
Emozioni forti che prima o poi ...ammutoliscono gli avvertimenti antagonisti del cervello che, svolgendo il loro compito, tirano il freno.


Alpin cup a Sesto San Giovanni, Parco Nord.....preprando la maratona
Ed è così che ci si ricasca!
Il viaggio è già iniziato.....
Programmi tutto, le scappatelle veloci di 10Km (o poco più) così come i week end "lunghi" o "lunghissimi" da 30Km e passa!


Poi...arriva il momento dell'iscrizione passando per l'ormai rituale trafila del sito web di turno....
Sono finiti i tempi del bonifico e successivo FAX.

Comunque sia l'iscrizione sancisce l'inizio del count-down...e delle annesse ansie!
Fasi in cui si è portati con estrema e...anche eccessiva attenzione ad ascoltare tutti i messaggi che il corpo ci manda.
Dolorini strani, mai avuti. Fastidi non facilmente catalogabili, paura degli starnuti propri e ...altrui.
Inizia la "fissa" dell'alimentazione....con una selezione drastica di cibi ...da "protocollo maratona".


E si arriva all'ultima settimana...quella assolutamente da non sbagliare.

Il "protocollo" prevede poco allenamento, bere molto, stancarsi il meno possibile...e stressarsi di meno ancora. Dormire almeno 7 ore per notte ...mangiare regolare e sano...anzi sanissimo a base di carboidrati, senza tralasciare le proteine.

Fasi finali della Maratona di Reggio Emilia

Svagarsi il più possibile perchè la testa inizia a giocare brutti scherzi.
Non è un caso che, nonostante lo "scarico", la vita super-sana e regolare, il riposo e tutti i dettami più disparati messi in atto....le gambe (chissà perchè) sembrano di

legno.

E da li...il cattivo pensiero di aver sbagliato qualcosa.

Detta così sembra una "tortura".
In realtà...vale la legge del "tutto fa parte del gioco".
La Maratona è così....e non c'è altra competizione nel running (a meno delle ultra) che "generi" l'altalena di sensazioni e stati d'animo che ho provato a descrivere.


E non siamo ancora in gara!!!

Comunque...il giorno della maratona...prima o poi arriva.
Lentamente, per certi versi, ma arriva.

Io sono tra quelli che la notte prima dorme poco e male...
Per fortuna che, nella vasta letteratura sportivo-scientifica, ci sono tonnellate di trattati e kilometri di esperienze che tranquillizzano a riguardo dell'insonnia pre-
marathon!

Insomma...anche poche ore di sonno, annegate tra i pensieri e la tensione, bastano...e avanzano.
Ancora a Reggio Emilia nel gruppone

E poi...dopo il rito della colazione basata sull'ossimoro ricca e leggera....ci si schiera nel settore di partenza assegnato.
Luogo della partenza raggiunto con calma, per non stancarsi...in tranquillità.
Sembra che i minuti prima dello start siano più importanti delle ore notturne appena trascorse. Sarà!


Si parte con in testa l'obiettivo....perchè chiunque ha un obiettivo.

L'obiettivo, il target, l'aspettativa...chiamiamolo come vogliamo....esiste.
Semplice...più o meno contorto, ma esiste.
Meno parole servono per desciverlo....più ambizioso esso è.


Vincere (una sola parola) è l'obiettivo dei top runner.
Provare a vincere, il podio, avvicinare il podio, entrare nei primi 10...se la cavano con due, tre...massimo quattro parole.
Anche fare il personale (3 parole) è un obiettivo....ambizioso in modo adattativo e "spalmato" sull'intero popolo di chi corre, almeno per la seconda volta, la maratona.
E poi ci sono gli obiettivi....articolati.
A parte quelli legati al risultato cronometrico...ci sono quelli come: Concludere la gara senza soffrire, concludere la gara senza poi dover prendere "malattia" al lavoro i

giorni dopo, godermi la gara e arrivare il più fresco possibile al pasta party, terminare la gara senza accusare il "muro del maratoneta"...e chi più ne ha più ne metta.

Obiettivo della mia ultima ...recente maratona è stato....un misto di tutto....ma ne parleremo dopo.

La gara, tecnicamente è un "elastico" tirato da un lato dalla testa e dall'altro dalle gambe.
Si inizia euforici, specie quando ci si accorge che le "gambe di legno"...miracolosamente sono diventate "di piuma".
Leggere, sveglie, brillanti, attive...anche iperattive.



La testa è invece pesante, ingolfata, superimpegnata a elaborare metodi per non farsi travolgere dallo sconforto dei tanti (troppi) kimometri che ancora mancano.
E si cerca di identificare punti intermedi per "spezzare" quella faticaccia.
Il decimo kilometro e il suo ristoro, il quindicesimo, il primo gel da ingurgitare, il passagio alla "mezza"...con il giro di boa.
Il passaggio al venticinquesimo....e poi dritti pensando al trentesimo.
Insomma, un "rosario" che scorre tra pezzi di banana, integratori, bicchieri di sali minerali..e kilometri, kilometri e ancora kilometri.


Le gambe si appesantiscono....ma la testa, gradualmente, si alleggerisce.
Ed è sempre una buona notizia.


Si arriva al momento cruciale.

Quello in cui si avverte la "spinta entusiastica" di essere giunti al punto del viaggio dopo il quale i kilometri mancanti si esprimono con una sola cifra.

Peccato che tale "evento" coincida....e dunque si scontri con la "paura del muro".

In genere succede al famoso "kilometro numero 32"....o meglio tra il 32 e il 33.
Ne mancheranno 9....che vuoi che siano.
Il "Muro del Maratoneta".....il vero ostacolo dei 42 kilometri

Avviene che, senza scomodare la scienza ne la medicina, il serbatoio di energia composto da zuccheri...inizia a segnare rosso...per poi esaurirsi.
Ciò nonostante le paste asciutte dell'ultima settimana, la ricca colazione, i gel e tutto ciò che si è attentamente introdotto per via orale.


Quasi al trentaduesimo kilometro di Reggio Emilia
Per fortuna che il corpo umano è come un auto ibrida, in grado quindi di utilizzare carburanti diversi.
Ed ecco che si inizia a "pescare" dal più ridotto serbatoio dei grassi (o meglio...lipidi) che, vestendosi da "elementi nobili" (in questo caso) ...ci accompagnano per

l'ultimo e decisivo tratto di gara dove...chiaramente la fatica è la protagonista numero uno.

Ma chi non "ama" la fatica non può nemmeno sognarsi di prenotare il biglietto per il "viaggio della Maratona".

Esperienza....per molti, ma non per tutti. Ve l'avevo detto.


Il passaggio dal "glucidico" al "lipidico" non è sempre indolore, anzi può anche assumere connotati di crisi.
Inutile dirvi che la differenza...la fa l'allenemento.


Comunque sia...si giunge al kilometro numero 41.

Facile assistere a scene..."complicate".
Colleghi runner che camminano con facce dai ghigni strani e sofferenti.

Gente in preda ai crampi che si trascina tra dolori muscolari e articolari...rimettendo a posto, alla meglio, i frammenti del fisico che non sono proprio usciti indenni dalla battaglia contro il "muro".

Finale......della fatica
Ma se si sta bene, l'ultimo kilometro è il premio più straordinario che la Maratona possa mai regalare.
Un regalo che si moltiplica lasciando "strascichi" positivi soprattutto dopo lo striscione con la meritatissima medaglia da finisher, la fantastica doccia, il ritorno dell'appetito, il rientro a casa dalla famiglia, la cena.
Le gambe ancora indolenzite che attivano i ricordi delle fasi della gara.....e tutta la soddisfazione tradotta in autostima i cui benefici saranno tutti da scoprire.


Beh...le "massime" personali e non sulla Maratona tirate fuori subito all'inizio stanno tutte dentro questo post....scritto..."fresco-fresco" dopo l'esperienza della Maratona di Reggio Emilia del 9 dicembre.

Una gara che rispecchia benissimo tutto ciò che avete letto.

Premiazione dopo la vittoria alla Run & Life
Progetto iniziato in estate e concretizzato dopo le ferie...partendo con il "viaggio" verso la fine di settembre quando, con gambe leggere e in modo inaspettato, ho pure vinto la prima (..e unica) gara podistica della mia vita.
La Run & Life del Parco Nord.

Non certamente un evento di chissà quale grido o livello tecnico...ma tagliare per primi il traguardo è sempre un'emozione particolare.
Comprese le interviste del dopo gara e la premiazione con Samuele in braccio!

Podio della Run & Life.....che strano stare al centro

Poi, sono arrivati i "lunghi", la loro programmazione con annessi e connessi.
Allenamenti corsi nelle tapasciate domenicali con i compagni, o in solitaria la domenica mattina presto...per lasciare spazio alla famiglia.


Mastri birrai d'eccezione
Più di due anni fa l'ultima maratona a Cracovia....con Samuele ancora nei desideri.

Due anni fà ...l'ultima birra prodotta in casa ...con Samuele in arrivo. La "fiocco azzurro"

La chiusura del 2018 accomuna le due passioni...con la gara di Reggio Emilia preparata nei momenti topici proprio durante le fasi di fermentazione prima e maturazione poi...che servono a trasformare degli innocentissimi chicchi di orzo e frumento (sarà una Wiess) in un fiume di birra.


La nuova "Melele", preparata con cura e dedizione, è pronta, quasi da assaggiare.

La Maratona di Reggio Emilia, preparata con stessa cura e stessa dedizione, è arrivata. Pronta da correre.



Come da programma....gli ultimi giorni prima del via equivalgono a gambe pesanti...legnose.
Il tutto sino all'ultimo allenamento del venerdì

Sensazione di fiacchezza e spossatezza al sabato.

La domenica invece....le gambe sembrano avere le "bollicine"...per restare in tema del binomio....birra-podistico.

Nella città del Tricolore....la mattina di domenica 9 dicembre c'è abbastanza freddino alla partenza....ma le nuove maglie X-Bionic mi riscaldano perfettamente.


Partenza convinta....anche troppo.

Poi...mi piazzo tra i palloncini dei pace-maker delle 3:30 e quelli delle 3:45...provando a tenere sott'occhio i primi.


Procedo così ...pensando a Samuele e "spezzando" la fatica attraverso i riferimenti intermedi e virtuali che mi ero creato.

Nessuna crisi, nessuna ripercussione dovuta al "muro".....finale addirittura in crescendo.

Diretta whatsApp dell'ultimo kilometro della Maratona di Reggio
Ultimo kilometro in "diretta" WhatsApp con cellulare in mano in modalità video-selfie per condividere la fase più emozionante di tutta la gara con la famiglia.

Samuele ha uno sguardo tra l'esterefatto e l'incredulo. Ancora è troppo piccolo per capire certe cose, ma è comunque sulla buona strada.

Tre...trentatrè e trenta ...circa  il tempo finale ...che sembra uno scioglilingua.....e che rappresenta la seconda miglior prestazione personale di sempre sui 42Km....e 195 metri.

Personale che risale a ben 17 anni fa (quando ne avevo 29)...nel lontano 8 dicembre 2001 a Palermo con 3:29:58 (che significa andare al passo sul pelo dei 5min/km).

E' finita ......Nona maratona della carriera....
Nota tecnica....
A Reggio Emilia...46 anni...tutti i tratti di "pura" corsa fatti al ritmo poco inferiore ai 5min/km.
Sul tempo finale pesano i kilometri "lenti", ossia quelli a cavallo dei ristori (dal quinto...ogni 5 dunque ben 8) e il "pit-stop per alleggerimento idrico" dovuto al 
freddo.

Insomma...le gambe hanno dentro la possibilità di "attaccare il personale".
Servirà qualche accorgimento per accorciare il tempo ai ristori...ed evitare la pipì....

Ci proverò....magari alla prossima maratona....o alla prossima ancora...vedremo!

La medaglia....con lo sfondo di un locale che ricorda il luogo in cui siamo.....Reggio Emilia

Giusto due parole di congratulazioni per Reggio Emilia e la sua Maratona del Tricolore. Mai corsa una gara organizzata così bene in cui si percepisce, già dal primo
contatto, una attenzione particolare e quasi personale verso tutti i partecipanti.

Nessun intoppo, tutto perfetto dall'inizio alla fine....con la chicca di poter fare la
doccia al caldo subito dopo aver concluso. Spettacolare!!!!

Buon Natale a tutti.......

Rituffandoci nel clima del panettone e dell'albero, con uno sguardo di tenerezza al presepe (dove si trova il vero protagonista di questi giorni) approfitto per augurare un Buon Natale sempre all'insegna della serenità, della salute e dello sport !!!!!
Auguri dalla famiglia Depasquale!!!!
E per il Capodanno......brinderemo con "Melele weiss" che, dai primi assaggi, promette benissimo e sta terminando l'ultima maturazione in cantina!!!