lunedì 28 dicembre 2020

Duemilaventi? No Grazie!!!

         Carissimi amici.....
Rieccoci sulle pagine del "nostro" BLOG....per l'ultimo post di questo stranissimo 2020.
Vi auguro una buona lettura anticipandovi i 3 temi che, spero, vi allieteranno:

1) Correva l'anno è un tuffo nel passato nella magia dei mitici anni 80....per rivivere una storia fantastica e ricordare un grande campione: PAOLOROSSI20

2) Si fa presto a dire Virtual....riguarda il mondo della corsa...ai tempi del COVID.
Tempi sicuramente difficili...ma per noi atleti vale la regola del "mai arrendersi"

3) Annus horribilis è l'ultima parte del post...e il titolo dice tutto. 
Un anno che ci ha tolto tantissimo....anche per la scomparsa, quasi sempre prematura, di tanti personaggi speciali......tra cui Diego Armando Maradona


Correva l'anno......

C’era un caldo da morire in quell'estate….a maggior ragione ai primi di luglio…

I miei ricordi si rituffano nelle fresche acque del mare di Milazzo unica fonte di refrigerio ai tempi in cui il condizionatore d’aria era solo un illusione ottica, un miraggio.

Era lunedì ma per noi bambini di circa 10 anni…. ogni giorno estivo era sempre domenica.

Tutti in vacanza, niente scuola e sempre giù in piazzetta dietro un pallone con gli amici del palazzo e dintorni.

C’erano due Franceschi, Alessio, Roberto, Pippo e suo cugino Pipino…il tedesco, che in quanto tale, doveva per forza giocare a calcio meglio di noi.
Ma la cosa era tutta da dimostrare.

E poi c’era anche ci tifava per noi….come Anna Maria, Maria Pia…ossia le sorelle di qualcuno di quelli nominati sopra.

Ogni giorno uguale all'altro….partite di 3..anche 4 ore consecutive….sotto il sole.

Interrotte solo da qualche sbirciatina all'album delle figurine con la copertina del mitico Naranjito…..la mascotte del Mundial di Espana 82.

Un arancia vestita da calciatore….in un mix fantastico fra il buffo e il serioso e su cui avevano fatto anche I cartoni animati.

Sembrava fatto apposta per noi che in TV guardavamo sia la squadra del cuore che Goldrake…

Era lunedì…dicevo.

Quel pomeriggio c’era un caldo boia soprattutto alle tre con il sole che picchiava tantissimo.

Ricordo ancora, seppur vagamente , le frasi dette tra noi nel cortile….

“Ragazzi…..dobbiamo giocare adesso perchè poi c’è la partita!”

“Quale partita?”

“Come….quale partita?”…..”Italia-Brasile….alle cinque”

“Ma dobbiamo vederla?......non c’è storia….quelli sono marziani e oggi ci faranno tanti di quei gol…..non è meglio giocare?”

“Dai….l’altra volta abbiamo battuto Maradona…io vado a vederla….con mio papà”

Alla fine prevalse l’amor patrio….seppur misto a scetticismo….


Insomma….quell’Italia di fronte a quel Brasile era un pò come Davide contro Golia.

Falcao, Socrates (il dottore), Junior, Edinho, Eder (quello dalle punizioni a 120Km/h), Tonino Cerezo e soprattutto un certo Artur Anthunes de Coimbra…..detto Zico.

Ricordo di aver salito a piedi i 3 piani di scale entrando in casa che la partita era già iniziata…..per cui neanche il tempo di sedermi accanto a mio papà……e…..

”GOL……ROSSI……GOL”: 

1-0......Italia in vantaggio


La domanda era:
“Si arrabbieranno tanto i brasiliani?”

Quel gol di Pablito di testa su cross di Cabrini sembrava tanto bello quanto illusorio.

“Sono passati solo 5 minuti”



Ed infatti quel dottore barbuto dal nome da filosofo riportava tutto in ordine in fretta….dopo una stretta successione di passaggi di precisione chirurgica…giusto per restare in tema:

1-1......palla al centro!

Vabbè…..tutto normale….se non altro abbiamo fatto un gol”

Il caldo del pomeriggio italico sembrava voler assopire tutto…arrivando fino allo stadio Sarrià…ad addormentare la partita.

I carioca verde-oro giocavano a fare i padroni di tutto….del campo, del pallone e del loro destino mondiale; a loro bastava il pareggio.

La partita si trascinava lenta col palleggio continuo dei maestri del samba.

Su di noi azzurri scendevano invece bui presentimenti poco piacevoli.

Ma chi è padrone di qualcosa…è chiamato a custodire bene la proprietà….

Ecco che …un furto autorizzato di pallone sulla trequarti….o forse una incauta gestione brasiliana del mitico Tango di cuoio …portavano il nostro “Lupin” di giornata a trovarsi il portiere davanti e la sfera sul destro.

Nando Martellini gridava….ancora: “GOL…….ROSSI……GOL!!: 

2-1......di nuovo in vantaggio



“Ancora è presto.....manca tanto….troppo...alla fine”

Riprendeva il tram-tram. Brasile all’attacco.

Passaggi, palleggi, sovrapposizioni, affondi, giocate di classe, pericoli….occasioni…con i minuti che passavano piano…..ma nessun gol.

“Intanto....andiamo  al riposo in vantaggio e ….poi si vedrà”

Era il tempo in cui Calcio significava solo “giocare a pallone”.

I portieri sputavano sui guanti prima delle punizioni e tracciavano misteriose linee sull'erba dell’area di rigore prima che iniziasse la partita.

Con sole tre telecamere si riprendeva il gioco per cui non c’era la necessità impellente per i calciatori di essere sempre pettinati e in ordine durante le inquadrature.


A quei tempi, nelle competizioni internazionali importanti, la nazionale usava numerare le maglie con una regola che oggi, con la “portabilità del numero” non esiste più…..(business is business)

I convocati erano 22; al portiere spettava il numero 1 (grande Zoff) al secondo portiere (Bordon, l’eterno secondo) il 12 ….e al terzo (un giovanissimo Giovanni Galli) il 22.

Poi….si dividevano i giocatori per gruppi di ruolo elencati in ordine alfabetico; prima i difensori che avevano i numeri dal 2 (Baresi) in poi….proseguendo con i centrocampisti (Antognoni col numero 9) ed infine gli attaccanti che avevano quindi i numeri più alti….

E quel numero lo si teneva per tutta la durata della manifestazione….senza distinzione tra titolari e riserve.

Ecco perchè il nostro goleador di giornata, fino a quella partita a secco di reti, aveva alle spalle il numero 20!

Ma torniamo alla cronaca....Italia – Brasile……secondo tempo…..e stesso cliché!

Brasiliani spavaldi e sicuri seppur sotto di un gol……con l’Italia che resisteva….guadagnando fiducia.

Con molta lentezza passavano i minuti….tra la spavalderia sudamericana calante e la fiducia tricolore crescente….

“Guarda guarda che eliminiamo la selecao?”

Poi però il pressing degli uomini in giallo si faceva via via più fastidioso…finché, dopo una asfissiante manovra al limite dell’area, il tiro di Falcao diventava una sentenza: 

2-2….qualificato il Brasile.

“Noooooooooooo!!!”

“Abbiamo tenuto testa ai supercampioni…li abbiamo fatti spaventare, ci hanno temuto”…..tutte espressioni al participio passato molto pessimistiche sul proseguo della partita.

Un pensiero comune: mancano ancora 20 minuti…ma stavolta la lancetta ….accelererà inesorabilmente fino al triplice fischio”

A volte però certe favole sfuggono alla logica della ragione per andare a finire in posti ignoti…..prima di entrare di diritto nel fantastico “libro delle 1000 e una notte”

Favole inverosimili composte da parole leggere, sospese, sussurrate in silenzio, che aleggiano nell'aria come guidate dal vento.

Ed infatti, senza alcun perchè, su quel pomeriggio barcellonese si era proprio alzato improvviso…un venticello che profumava di rivalsa!

Al Sarrià di Barcellona….un uomo in azzurro aveva in testa un film dalla trama molto diversa da quella che il campo aveva dettato fino a quel momento.

Come se stesse cercando un produttore per una sceneggiatura alternativa…..quasi ribelle che contrastasse con il dogma dell’inferiorità italiana verso sua maestà “il Brasile” in tema di pallone.

Ma ancora di più in contrasto con l’idea che la nostra nazionale di calcio, considerata debole e vittima sacrificale di quella partita, fosse di fatto lo specchio del paese, almeno prima di quel famoso lunedì.

La povera Italia adagiata sulle glorie passate, sempre alla ricerca della sua vera dimensione; un’Italia oscurata dalle stragi e dal piombo e ancora incastrata nell'immagine dell’emigrato che cerca lavoro all'estero.
Un Italia dal potenziale inespresso e circondata dai soliti e tristi luoghi comuni. 
 

Ma in quel caldissimo lunedì cinque luglio millenovecentottantadue la provvidenza aveva mandato un uomo che, nel torrido pomeriggio spagnolo, aveva deciso per tutti che non doveva affatto essere così.


Stava girando, nei doppi panni di regista e attore protagonista,  un film di avanguardia; il tutto …indossando una sudatissima maglia azzurra numero 20…..

Ma torniamo al racconto….

La sfida non era finita….e il Brasile non ci aveva ancora distrutto…stavamo 2-2.

La tanto discussa Italietta....era  li…..respirava ancora....

Ciak ….si gira!!!!!

Siamo nella metà campo verde-oro.

Il leggendario Tango di cuoio… veniva ad un tratto scodellato in area di rigore avversaria da un calcio d’angolo per noi tirato, anche un pò a casaccio, da un certo Bruno Conti (numero 16….)

Seguiva poi un rinvio corto della difesa….e un tentativo svirgolato di un certo Marco Tardelli (numero 14….) che rimandava la palla in area quasi alla cieca.

Insomma….una azione di gioco tra le più confuse mai viste!

Ma quella palla…..aveva già fissato un appuntamento con la storia, con la magia, o forse con una misteriosa e forse illogica traiettoria del destino.

Pablito la colpiva quasi girato di spalle alla porta….nella mischia…..in una posizione dell’area che i più bravi cronisti definirebbero “sottomisura”…..

Quel Tango di cuoio finiva di nuovo in rete…..”GOL, ROSSI, GOL”…….

3-2.......incredibileeeeeeee!!!!!



Nel correre esultante verso I tifosi impazziti….il numero 20 ondeggiava come una vela e quella maglia strasudata appariva anche troppo grande per il fisico non statuario di Paolo……

E quell'ondeggiare festoso stavolta scatenava certezze piuttosto che dubbi.

“Ho fatto piangere il Brasile”.....scrisse Pablito qualche anno dopo.....

Sta di fatto che ci sentivamo incredibilmente tutti  più forti, sicuri, convinti!  
Altro che deboli, altro che vittime, altro che miseri…altro che Italietta….altro…altro….


Gentile metteva la museruola a Zico portandosi a casa un pezzo della sua maglia…e il miracolo di Zoff sul colpo di testa ravvicinato di Oscar, metteva fine alle speranze brasilere....

Annullato pure il quarto gol di Antognoni per inesistente fuorigioco...quasi a voler lasciare un po' di suspance per i minuti conclusivi.

Triplice fischio!!!!
Finisce li…..
Italia-Brasile 3-2 con un paese in lacrime e uno in festa……

L’Italia va avanti, Brasile eliminato!!!!


Festa per noi increduli ragazzini di 10 anni felicemente costretti a rinunciare al secondo tempo della nostra partita in cortile interrotta 2 ore prima.

Tutti in centro, con i genitori, seguendo la folla e i cortei che invadevano le vie della città tra bandiere, clacson, striscioni….e voglia di gridare!



E fu così che il 5 Luglio 1982….alle 7 del pomeriggio, con milioni di italiani che festeggiavano per strada sotto lo stesso tricolore, la sensazione di aver voltato pagina divenne talmente netta che tutto quello che sarebbe avvenuto dopo appare oggi come il doveroso lieto fine di quel film.

Altri 2 ”ROSSI…GOL” alla Polonia in semifinale….e il 3-1 nella finalissima madrilena contro i tedeschi (1-0 di Pablito) ci regalarono la Coppa del Mondo.



E assieme al trofeo più ambito....una grande e insperata iniezione di fiducia per rilanciarci non solo come come squadra nel calcio, ma soprattutto come popolo tra le genti e come paese nel mondo.

Il tutto grazie al …signor ROSSI….uomo dal cognome più diffuso del paese che, come tutti i tantissimi suoi omonimi, si trova incastrato nella forzatura di dover rappresentare la figura dell’italiano medio….con pregi e difetti!

Ma l’uomo di cui parlo oggi….è l’unico signor ROSSI ……che, non potendo marchiare con un nome troppo comune quella emozione, ha pensato bene di farlo con un numero: l’indimenticabile 20

Quel numero 20 stampato sulle spalle di un sudatissima e ondeggiante maglia che ha fatto piangere il Brasile….e portato l’Italia sul tetto del mondo!!!


La beffa del destino ce lo ha portato via proprio
nell'anno che contiene due volte quel numero...2020.

E lo ha fatto (per noi) “a sorpresa” …direi in modo bastardo..…come un fulmine a ciel sereno….con la stessa velocità con cui lui si muoveva nelle aree avversarie.

Ecco…..per me sarà per sempre PAOLOROSSI20 unico e originale …..scritto tutto attaccato…..nome-cognome-numero…..secco, veloce…fulmineo….come era lui in campo.

Grazie PAOLOROSSI20 per quei tre gol al Brasile in quel caldissimo e indimenticabile lunedì pomeriggio del 5 luglio 1982 che avrebbe spalancato le porte verso il trionfo mondiale!

Grazie PAOLOROSSI20 per le emozioni vissute da bambino di 10 anni……e per tutte quelle altre, che a distanza di 38 anni, si ripetono con i brividi ogni qualvolta la TV mostra la maglia numero 20 ondeggiare sulle tue spalle mentre corri esultante verso la storia.

Grazie PAOLOROSSI20 per aver trasformato la gioia immensa di una vittoria sportiva in uno dei momenti più alti dell’orgoglio italiano.


In questo modo ho voluto ricordare il campione che ci ha lasciato proprio negli ultimi giorni di questo maledettissimo anno.

Un giocatore che, al di la delle maglie (era juventino ai tempi del mundial), è indissolubilmente legato alla Nazionale.

Un uomo speciale che ci mancherà tantissimo per il suo modo di essere…dentro e fuori dal campo.

Pronunciare PAOLOROSSI20…equivale per me ad attivare immediatamente tutti i ricordi di un tempo che fu in cui…d’estate si giocava spensierati per strada 4 ore al giorno fino al tramonto….rincorrendo un Tango di cuoio…quello stesso pallone finito per ben tre volte nel “sacco” dell’invincibile Brasile!

RIP … PAOLOROSSI20

 

Si fa presto a dire Virtual!!!!

Papà…..di che “colore” siamo oggi?


Domanda legittima quella di Samuele che, da bambino di neanche 4 anni molto curioso, vorrebbe sapere se si può uscire per andare a comprare l’ennesimo album da colorare recandosi in uno dei suoi negozi preferiti : l’edicola….

La pandemia, dopo averci gentilmente sottoposto la “seconda ondata” ci ha tappezzato di rosso, arancione e giallo…in attesa di un verde liberatorio sul quale si può abbozzare niente di più che qualche spannometrica previsione. 

Sappiamo che arriverà…..ma che ci sarà ancora molto da penare.

Chissà quanti bollettini sui contagi dovremo ancora leggere e interpretare, chissà quanti DPCM verranno emanati…e chissà tra quanti altri passaggi di colore ci alterneremo….

In ambito sportivo, il mondo dell’atletica leggera, ed in particolare della corsa, sembra proprio finito tristemente nel dimenticatoio.


Capisco bene tutte le difficoltà e le particolarità di questo sport...che poi sono le stesse cose che lo rendono fantastico.

Però è maledettamente incredibile pensare che non si corre da febbraio 2020.

Sono saltate tutte le manifestazioni tranne quelle “a numero chiuso” e riservate ai professionisti.

Per noi amatori....niente maratone, niente corse campestri, niente classiche tipo Stramilano e altre gare “must”.....


Qualcuno si è inventato le “Virtual Race….VR”….una specie di surrogato agonistico di una gara….ma che di concreto ha soltanto il gesto atletico della corsa…e una classifica finale da guardare.

Qualcuno ha aggiunto anche il pacco gara virtuale…consegnato a casa…la medaglia ricordo….e altre invenzioni tecnologiche come le App che provano a “simulare” l’atmosfera della gara....quella vera.

Ma sempre di simulazione si tratta per cui pretendere che le VR "sostituiscano" le REAL porterebbe inevitabilmente alla blasfemia.

E' come pensare che, per la scuola, la DAD (didattica a distanza) possa sostituire le lezioni in presenza: IMPOSSIBILE.


Però...al momento mi sa che pur di non "restare fermi" ..... VR....così come DAD...rappresentano delle possibilità a cui affidarsi…..aspettando quel famoso VERDE che ci porterà di nuovo a catapultarci dentro gli assembramenti che a tutti noi piacciono.

Per cui…..approfittando dell’approssimarsi del mio (48-esimo) compleanno mi sono voluto regalare la Maratona di New York ....versione VIRTUAL…dandogli però un “tocco” di verità.


Quindi, ho provato a “ricostruire” anche l’ansia da pre-gara….il viaggio fino alla location della partenza…..e il ritiro del pettorale.


Al resto…ha pensato la società organizzatrice NYRR che ha costruito un APP molto ben studiata che "sovrappone" la posizione reale del runner (che può correre dove e quando vuole..in certi giorni stabiliti) a quella viruale sulla mappa di New York.

Con un adeguato “livello” di emozione, dopo aver premuto il bottone START, mi sono ritrovato magicamente oltre oceano...sul ponte di Verrazzano con una speaker che a gran voce presentava la gara ...con tanto di cont-down...prima dell’attesissimo GOOOOOO!!!!!

Peccato che tutto provenisse dall'altoparlante di un insensibile telefonino

Erano le 6.30 del mattino del 25 ottobre 2020….e attorno a me non c'era assolutamente nessuno....se non la luna assonnata….quasi a prendermi in giro.

Fosse stato tutto “real” avrei corso i primi kilometri quasi camminando tra la folla immane.

Invece son partito in solitaria, in maglia azzurra tricolore e con il pettorale attaccato solo per i primi metri...giusto per un "selfie" da inserire nel blog...




Monitorato da Garmin e STRAVA ho percorso i primi 25Km su un tratto in direzione Parco Nord...attarversando ben 7 comuni (Paderno D.no, Cormano, Cusano M.no, Bresso, Cinisello B.mo, Sesto S.G. e Milano).

Virtualmente….ho invece attraversato il Bronx, Brooklyn, Queens…..e Staten Island….

Non vi nascondo di aver chiuso per un attimo gli occhi durante il passaggio sul ponte del Parco Nord…..immaginando quello di Brooklyn e scoprendo piacevolmente di non essere poi così distante da quel punto immaginario….della mappa.


Fisicamente….sensazioni “real” e “virtual” tendevano a sovrapporsi.
Le gambe giravano nonostante i "mancati" allenamenti specifici.

L'ultimo “lungo” risaliva alla tapasciata precovid della Malpensata...ed eravamo a metà febbraio.

Però mi sono "avvalso" dei "lavori" per il triathlon e allenamenti lunghi combinati bici/corsa di circa 4h...

Finiti i 25Km ho intrapreso un giro dentro il mio comune di 7Km per arrivare ai famosi 32Km!


Peccato che la speaker… scandiva le distanze in miglia….unità di misura con cui non sono affatto abituato.


Passo dopo passo…..ho raggiunto i -10Km.....to GO!

Manhattan si avvicinava e i kilometri alla fine iniziavano a diventare ad una sola cifra.

Il "muro" del maratoneta, durato pochissimo, si presentava proprio in quel passaggio cruciale.


Giusto un paio di minuti di difficoltà….della serie: si fa presto a dire Virtuall!!!!


Per fortuna....arrivava l'ultimo Kilometro “in parata” con...la voce della speaker che mi "accompagnava" nella mia Central Park virtuale.....incitandomi nel tratto finale.

Avevo programmato l'arrivo sul lungo rettilineo che dal passaggio a livello delle FN (di Paderno Dugnano) conduce davanti casa mia...senza curve tranne quella per entrare nell'esteso giardino che circonda il mio palazzo.

Giusto per trovare qualcosa di verde che ricordasse....un Park (...poco Central) in un intreccio tra virtual e (quasi) real….

FINISH!!!!!!
3h 43 min 19sec.....in linea con i miei pronostici.....

Chiaramente...non c'era nessuno ad accogliermi....nonostante il frastuono “virtual” ...generato dalla APP.

Pazienza se qualcuno, affacciato al balcone del mio palazzo, sentiva tutto guardandomi “real” in modo strano come se fossi un folle!
Non curandomi di lui…..mi dileguavo all'istante per godermi, in modalità “virtual”, le emozioni che si provano dopo aver tagliato il traguardo di una 42Km….

E poi ....a New York….chi mi conosce?

New York...in un disegno di Samuele....e papà

Il ritorno a casa si risolveva in breve….senza aerei e fuso orario….

Bastavano solo 4 piani, da salire rigorosamente a piedi, per riabbracciare moglie e figlio in modo “real”...facendo "festa" tutti assieme.

La gara è stata certamente virtuale ma pur sempre con una classifica da guardare....

…..e a breve anche la ambitissima medaglia di FINISHER da indossare! 







L'ordine d'arrivo 
mi vede 2080-esimo su quasi 15 mila arrivati…..niente male!!!!

Mr. Covid sta “ammazzando” tutte le maratone…..ma il mio “sigillo” su una 42Km c’è anche in questo maledettissimo 2020.


Annus horribilis......AD10S

Il Basket non sarà più lo stesso senza Kobe Bryant….

Il cinema piange per l’addio al grande Sean Connery….

Tutta la musica scaraventata nel dolore per la scomparsa del mitico Stefano D’Orazio….e lo spettacolo, in tutte le sue forme, faranno fatica ad accettare che il Maestro Gigi Proietti non sia più tra noi.

Cosiccome si stenta a credere che questo anno assurdo ci abbia privato del gentile modo di porsi e di raccontare l’arte di Philippe Daverio.



Noi …dello Sport…, ancora scioccati e preoccupati per il brutto incidente di Alex Zanardi (che spero torni presto), ci ritroviamo però con un vuoto immenso con cui dover fare i conti.

Maradona….il Diez, “el Pibe de Oro” il D10S, la “mano de dios”….o più semplicemente Diego….non c’è più!

Sì…..è morto Maradona!....in questo 2020 che si è preso anche PAOLOROSSI20!!!

Un pò azzardato come paragone ma quel tragico 25 novembre 2020 richiama alla mente il 5 maggio 1821…e l’Ei fù….

L’impatto mediatico della notizia mi ha riportato ai tempi in cui  si imparavano a memoria le poesie….per riprendere un po’ il “così percossa e attonita la terra al nunzio sta; muta pensando all’ultima ora dell’uom fatale e ne più sa quando simil orma di piè mortale (il sinistro di Diego) la sua cruenta polvere (potremmo dire verdeggianti campi) a calpestar verrà”.

I goals, le giocate e le imprese di Maradona, seppur dentro una vita controversa,  sono vera e propria poesia….e mi auguro che anche Diego trovi il “suo Manzoni” per i versi giusti che ne raccontino il mito.

Per cui , in attesa “dell’ardua sentenza” assegnata ai posteri circa la “vera gloria”, “noi...chiniam la fronte al Massimo Fattor”

Su Diego e sulla sua vita si potrà dire ciò che si vuole.....ma resterà, per il calcio, il più grande di tutti i tempi...…..il genio …il D10S.

Ciao Diego!!!!


Proviamo a metterci alle spalle questo 2020.....che doveva essere l'anno "tondo", l'anno "olimpico", l'anno "perfetto"...e che invece verrà ricordato per una serie di eventi a dir poco terribili e che si legherà ad immagini di grande tristezza.

Proiettiamoci con fiducia nel 2021 godendoci, nel modo migliore possibile, questi giorni di festa. 


Auguri a tutti!!!!!!!

Buone Feste !!!!!!!